domenica 1 aprile 2012

Sfregiare la bellezza per essere immortali

Nella scorsa fine settimana sono stato in gita fra i monti laziali e la valle dell'Aniene. Ho visitato fra l'altro il suggestivo monastero di San Benedetto a Subiaco. Non immaginavo tanta bellezza.Io,moglie e amici eravamo forse gli unici italiani, oltre ad una scolaresca, normalmente disattenta e vociante. La prevalenza era di stranieri e di cinesi in particolare (insomma credo fossero cinesi). Poi all'uscita è successo qualcosa che mi succede sempre più di frequente. Quasi un riflesso condizionato di patriottismo e di vergogna che mi induceva a fare scudo col mio corpo affinché i cinesi non vedessero e le loro macchine fotografiche non registrassero. Su una parte del portico un antico affresco e uno scempio incomprensibile. Mani diverse negli anni, con tutta probabilità di scolaresche “in viaggio di istruzione”, avevano sfregiato l'affresco con penne, pennarelli e incisioni con chiavi o punteruoli, variamente segnati dal tempo. Comprensibile (e comunque inaccettabile) che potesse succedere una volta, non immaginando la stupidità e l'incultura dei visitatori. Ma poi? Perché nessuna protezione e nessuna sorveglianza verso le pulsioni all’immortalità dei nostri studenti (studenti di che?). Così per sempre i visitatori sapranno che: Sebastiano ama Maria, Rita ama Federico, Antonio ha fatto l'amore con Anna, etc. D'accordo sulle battaglie simboliche (faccio finta di essere d'accordo), ma quando combatteremo le battaglie vere? E quale conoscenza abbiamo oggi dei nostri ragazzi? Comprendiamo cosa passa per le loro teste quando si esercitano a sfregiare la bellezza? Sfregiano perché sanno o perché non sanno? Per dispetto o per ignoranza? Non dovremmo poter sottrarci a tali domande. Le risposte sono indispensabili per definire obiettivi, strumenti e luoghi della Scuola e della comunità educante e direzione degli investimenti: maggior investimento nella didattica della Storia dell’arte e/o battaglia contro il nichilismo e/o maggior investimento nella proposta di senso per le nuove generazioni. Al monastero intitolato alla sorella di Benedetto, Santa Scolastica, ci aggreghiamo appena in tempo a un gruppo assistito da una giovane guida, preziosa per leggere le stratificazioni architettoniche secolari del monastero, a partire dal periodo romanico. Molto brava davvero. Una laureata in Storia dei Beni culturali? Probabile. Alla fine della visita aspettiamo di capire come e a chi pagare il servizio. La giovane guida ci anticipa. “Chi vuole può lasciare un’offerta in quel cestino”. Si allontana per non metterci in imbarazzo e il cestino raccoglie qualche euro in moneta. Così l’Italia dai mille campanili da 40 anni continua a perdere posizioni anche nell’economia del turismo. Il paese più ricco di storia e di bellezza nel mondo oggi ha 44 milioni di visitatori contro i 54 della Germania e i 79 della Francia. E i nostri archeologi, restauratori, storici dell’arte si dannano l’anima per un contratto co.co.co., accettano una offerta modesta da noi tranquilli pensionati, tranquillamente ignoranti, oppure prendono la paghetta da genitori e nonni. In questo assoluto non senso diventiamo variamente complici degli anonimi giovani sfregiatori di affreschi, in-sensati come loro. “Beni culturali e spreco. Promemoria per Bondi e Brambilla” era il titolo di precedenti riflessioni su temi a questo analoghi. http://www.rossodemocratico.ilcannocchiale.it/?id_blogdoc=2496194

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