Cinque giorni a Berlino. Senza web per concentrarmi appieno lì. Cosa mi rimane ? 1. La stranezza assoluta di un normale albergo 3 stelle, spartano e pulito, in cui nessuno alla reception ti fa un cenno di saluto, se entri, se esci, se vai in sala per la colazione. Del resto forse anche per questo non c'è la chiave, ma solo il codice per aprire la stanza: evitare perdita di tempo con inutili saluti. 2. La sobrietà incredibile al ristorante durante la finale del campionato del mondo. Tutti con gli occhi incollati ai televisori, comprese le coppie sedute uno di fronte all'altra a guardare a televisori opposti, ma neanche un urletto, solo un isolato applauso al fischio che segna la vittoria. In compenso grande festa giovanile, tutti coi colori nazionali, ma senza esagerare. Con la polizia che consente benevolmente qualche blocco ai semafori. Martedì impossibile accedere per i festeggiamenti alla porta di Brandeburgo e neanche alle postazioni di grandi schermi TV. Moltissimi bambini e al solito moltissime bottiglie di birra. 3. Alexander Platz luogo di ritrovo giovanile, con concertini pop di buona fattura, tutti seduti sui marciapiedi o sull'asfalto. Tranne due ragazze. Siedono protette da fazzoletti bianchi per non sporcarsi. Sono asiatiche. Cinesi? Giapponesi? Qualcosa significa. Da lì verranno ad insegnare costumi igienici all'occidente in crisi? 4. Urbanistica a misura d'uomo e ricca di inventiva, soprattutto a Potsdamer Platz, con l'avveniristica cupola di Sony e ariosa malgrado i grattacieli delle archistar in gara di creatività. Scarso traffico privato. Mezzi pubblici efficienti dove si trova addirittura posto a sedere. Molte, moltissime biciclette. Nessuno vu cumpra. Stranieri integrati - credo - in lavori veri. Molti ubriachi, strafatti di birra e qualche bottiglia rotta. E un po' troppe ragazze con cellulite alle gambe che attribuisco alla birra: disagi dell'abbondanza. Qualche barbone, meno che a Roma. Nella periferia occidentale trovo infine anche accattoni. Somiglianze più che differenze con la mia Roma. Differenze di quantità più che di qualità. La differenza vera mi sembra rappresentata dalle due turiste asiatiche, igieniste. L'Europa si somiglia abbastanza. Ma preme un altro mondo.
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