Il pomeriggio al cinema mi aveva messo di umore grigio. Un po' per il film "Napoli velata" di San Özpetek. Mi sentivo affaticato dall'esibizione di decadentismo mortifero e di bravura che non mi dava emozione. Non so se mi disturbava l'assenza della realtà dei ragazzini delle "stese", i terroristi di casa nostra che non credono in Allah, ma nella capacità di incutere spavento sì. In assenza di interesse ad altro, solidarizzavo empaticamente con i protagonisti costretti a scene di intimità vera ed estrema. Poi, all'entrata e all'uscita dal cinema, mi sembrava di essere invisibile fra la folla festiva: gomitate, ginocchiate, borsate. A casa, appena il tempo di liberarmi del giubbotto, suonano alla porta. E' la condomina del monolocale a piano terra. E' una signora quarantenne che è fra i licenziati di AlmaViva. Occupa da pochi mesi il monolocale col marito che ha un qualche lavoro. E' alla porta con un pacchetto regalo. "E' un pensierino", sembra quasi scusarsi. Una gentilezza, la ricerca di una convivenza gentile che mi spiazza. E mi fa cambiare umore. Mi restituisce ottimismo. Mia moglie procede con gli esercizi di convivenza mediante l'invito ad un caffè. Diciamo che sono
capace di cambiare umore. Velocemente.
capace di cambiare umore. Velocemente.
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