D'accordo, è una piccola cosa. Questa non è fra le ferite peggiori che il ministro ha inferto al Paese. Però mi sollecita riflessioni. I miei zii, ufficiali, avevano militari di leva come attendenti. Io, da bambino, ero assai perplesso. Mi sembrava inconcepibile che quei soldati servissero la patria, sbrigando le faccende domestiche delle mie zie o anche, se ben ricordo, accompagnando a scuola il loro nipotino (cioè me). Ricordo vagamente la spiegazione delle zie (che non spiegava niente). Quei soldati – mi dicevano- erano contenti d i fare quel lavoro, preferibile alle fatiche della caserma. Mah! Poi l'Italia ha fatto passi avanti anche su questo. Con qualche passo indietro ogni tanto. Fece scalpore anni fa la scorta della ministra Finocchiaro impegnata ad assisterla al supermercato. I poliziotti che si dedicano al trastullo del figlio del loro capo sulla motoretta marina, non potendo facilmente dir no, è un po' peggio. Poliziotti peraltro costretti – con grave e visibile imbarazzo - ad intimidire cronisti che vorrebbero fotografare l'evento. Dico due cose. La prima è che mi sorprende che l'amatissimo ministro metta a rischio la sua immagine per così poco. Perché? Per lucrare qualcosa dal suo status? Per compiacere il figlio, mostrandogli lo smisurato potere del papà? Non mi pare proprio che ne valesse la pena. Come non valeva la pena per altri politici fare carte false su case a Montecarlo o a Roma o per vacanze su yacht, pur disponendo di adeguate risorse per pagarsi case o vacanze. Capisco assai più i miei zii ufficiali che qualcosa di consistente in rapporto al loro reddito ricavavano dai servizi gratuiti degli attendenti. I politici insomma spesso mi sembrano assai meno intelligenti dei miei zii. La seconda cosa sembrerà ironica o insincera. Invece mi rammarico davvero per il povero figlio del ministro. Un ragazzino non merita che la sua identità a autonomia venga compromessa da un padre potente. Gli auguro di cuore di emanciparsi al più presto dallo scomodo padre.
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