Miss Marx, il film di Susanna Nicchiarelli, ha tanti meriti. Ad esempio quello di uno sguardo severo e realistico alle sofferenze proletarie nell’Inghilterra dell’800. Anche con efficaci inserti fotografici e filmici dell’epoca. Questo sguardo l’hanno avuto altri film. Ma qui si racconta la realtà che vedeva Marx e che ispirò il grande pensatore. Ispirò anche Eleanor, l’ultimogenita e prediletta, nonché continuatrice dell’opera paterna. Una continuatrice appassionata e però donna. Impregnata quindi delle fatali contraddizioni del sesso femminile: fatali allora, ma abbastanza ancora oggi. Tali contraddizioni fanno sì che una mente brillante, capace di sceverare e giudicare le condizioni dello sfruttamento dei lavoratori e dello sfruttamento infantile, nulla potesse fare per opporre resistenza a se stessa. Lei che voleva guidare il proletariato non poteva guidare i propri sentimenti. Miss Marx è la storia del suo innamoramento per un intellettuale spiritualmente mediocre ed immorale, Edward Aveling. Eleanor sa della sua mediocrità ed immoralità. Sa come egli sia fedifrago e bugiardo. Però è come se la mente non entrasse in contatto con il cuore. Molte donne, quelle meno intelligenti di Eleanor riescono magari a pensare ciò che giova a consentire la passione in un fatale processo di autoingannamento. Eleanor invece sa. Ma poco cambia. Eleanor comunque subisce. Forse un’attrazione fisica renderebbe più facile la spiegazione. Nella storia raccontata da Nicchiarelli invece l’amore è amore, misterioso come le pulsioni incontrollabili dell’animo. Non a caso non sono presenti nel film scene propriamente erotiche. Quella attrazione che chiamiamo ancora “amore” e che è fatta di un mix variabile di sesso, dedizione, voglia di dare e di ricevere le sarà fatale.
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