E' tutto il giorno che vorrei parlarne. E mi sento frenato a parlarne. . Per il semplice motivo che non vorrei fare il "buono" a facile prezzo. Ma mi sembra ingiusto anche tacere. I senza tetto morti di freddo in Italia, non sono morti in Siberia appunto, ma sono morti in un Paese fra i più ricchi e sviluppati del mondo, oltre che "tiepido" anche quando c'è molto freddo. Non sono morti come i nostri nonni per una avventura di guerra nel gelo della Russia. Non sono morti come i nostri amici, escursionisti agiati, volendo rischiare la vita in una gita fra le nevi. No, sono morti, fermi all'addiaccio, senza riparo in un Paese ricchissimo di case sfitte, di seconde e terze case di gente che fa le vacanze a Malindi, di palazzi e mostri di cemento incompiuti, di scommettitori che spendono 90 miliardi l'anno. Forse è giustificato morire così. E' giustificato se si crede alle ragioni superiori di un progresso che richiede vincitori e vinti e che anzi pretende che ci siano vittime visibili per dare l'esempio o che considera sciocco spendere pochi euro che fruttano assai più se elargiti come bonus a chi vota, non ai perdenti italiani, polacchi e rumeni.Se non si crede a queste "interessanti", "pragmatiche" e dure ragioni questo è un assassinio. E poiché io non accetto queste "interessanti", "pragmatiche" e dure ragioni, mi sento complice per la mia parte di un assassinio.
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