martedì 10 gennaio 2017

Quelli di Erasmus e gli altri



Ci sono i giovani di Erasmus, quelli che vanno via per studiare e/o lavorare, i giovani molto colti e appassionati come Giulio, Valeria e Fabrizia, la meglio gioventù. E ci sono quelli che vanno ad Ibiza o in Thailandia, molto meno colti e che hanno bisogno di bere per provare emozioni. E magari strappano la bandiera di uno Stato straniero. Per ignoranza. Lo dicono loro stessi: "In Italia non sarebbe così grave". Pessima notizia. Non li assolvo, pur con le attenuanti dell'ignoranza grave, ammesso che l'ignoranza debba essere una attenuante. Non assolvo soprattutto la politica italiana così miope da non capire che è urgentissima una riforma vera del nostro sistema educativo in senso largo: del capire le culture altrui, del mestiere di genitore, etc. imparando per tutta la vita (la lezione di De Mauro, al di là dell'analfabetismo propriamente detto, devastante come lui ci ha insegnato). Spero che i genitori non commettano l'errore quasi inevitabile dell'indulgenza (ragazzate...). E naturalmente conto sul fatto che il nostro Ministero degli Esteri vigili sulle condizioni del processo e dell'eventuale pena. Non credo in generale nel carcere. Crederei di più nel lavoro riparatorio ed educativo e in un prelievo di quota del reddito vita natural durante. Nell'interesse di quei ragazzi. E dei ragazzi italiani che hanno bisogno di lavoro, di buoni maestri e di esempi.

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