Si doveva andare al caffè in piazza, a sentire musica e guardare gente. Solo che mia moglie scopre delle macchie sul tetto in soggiorno. Infiltrazioni d'acqua? Io che ho fama immeritata di pessimista ipotizzo il meglio invece. Forse sono ombre proiettate sul tetto. Ombre cui prima non avevamo fatto caso. Ombre di vasetti o oggetti vari sparsi per i mobili. Spostiamo dunque vasetti e oggetti vari. Ma le ombre non si spostano. Per forza, sono infiltrazioni d'acqua. Panico. La condomina sopra di noi è in vacanza. Non abbiamo il suo numero di cellulare anche perché siamo in pessimi rapporti con lei. Infine troviamo l'amministratore del condominio. Spiega che i pompieri non aprirebbero l'appartamento per un motivo simile. Sono le 21.30 e lo spettacolo in piazza sarà iniziato. Infine troviamo una condomina che è in confidenza con la vicina di cui avrà certamente il numero di cellulare e forse copia delle chiavi di casa. Dopo lunghe trattative telefoniche l'amministratore è autorizzato a salire su e controllare. E dopo lunghe verifiche mentre le macchie si allargano sul nostro soffitto arriva la diagnosi. Un radiatore perde acqua e viene chiuso nel modo giusto, previa consulenza telefonica con un idraulico in vacanza. Sono le 22.30. Il disastro pare scongiurato. Andiamo in piazza a riscuotere il compenso dello stress. E lì, seduto al caffè, godo il passeggio di una umanità pacifica che gode con poco. Anche ascoltando un cantante imitatore di Renato Zero. Per me quiete dopo la tempesta. “Uscir di pena è diletto fra noi” (Giacomo Leopardi).
L'indomani succede qualcosa che fa sembrare ridicola l'ansia per una perdita di acqua. Succede a Barcellona, una città che amo, come tanti. Per sera, abbiamo prenotato un tavolo in un locale spagnolo per mangiare paella e ascoltare un chitarrista. Il chitarrista ha dato forfait; al suo posto un cantante che propone karaoke. Nessuno protesta. L'umanità pacifica che cerca vacanza e quiete non è quella di facebook. Non è quella che pronuncia sentenze inappellabili a destra e a manca. Non è quella pronta a sostituire Domineddio nel giudizio universale. Non è quella di chi ha capito tutto. Trova quiete anche nella tempesta. La guardo mangiando tapas, paella e crema catalana. Ci sono giovani e pensionati, c'è una giovane coppia inglese che sembra molto a suo agio, ci sono bambini in età pre-smartphone che si guardano attorno e scoprono il mondo, prima che giunga l'età in cui il mondo reale degli odori e dei sapori venga occultato dalla grande coltre del web. Si mangia spagnolo e si canta italiano. Anche napoletano. Che la coppia inglese sembra capire. Vengo coinvolto, felice di esserlo, cimentandomi in “I' te vurria vasà”, addirittura cortesemente applaudito . Angolo di quiete nella tempesta.