Una
giornata alla ricerca di ricordi di momenti giovanili e
adolescenziali vissuti nel Lazio quando ancora vivevo in Sicilia. Con
la persona a me più vicina raggiungo a Ladispoli Bruno, il mio
compagno di banco al liceo che la vita mi ha fatto ritrovare a pochi
chilometri di distanza dalla mia nuova dimora. Ci accompagna con la
sua auto a Santa Severa, nota ai giornalisti come dimora estiva di
due Presidenti della Repubblica. Io ci ero stato decine di anni fa
per un seminario. Lui vuole rivederla dopo averla conosciuto bene
come appassionato archeologo dilettante. Visitiamo il castello
restaurato e rilanciato all'attenzione di un turismo colto. Un
casttello e un borgo ricchi di storie e stratificazioni, dagli
etruschi ai romani e a vari invasori . Fra gli invasori scopro ci
furono anche le armate di Dionigi il tiranno. Non conoscevo questo
episodio della storia di Siracusa, la città in cui sono nato e
vissuto il più del mio tempo. Però credo di andare col pretesto di
scoprire cose e invece vado a scoprire e riscoprire emozioni e vado
a trovare persone in incontri imprevedibili. A Santa Severa cerco di
ricordare quale fosse il viale che percorrevo di sera in momenti
felici dopo la fatica del seminario. Poi Bruno ci accompagna a
Manziana, un borgo non lontano in collina. Volevo rivedere il paesino
in cui avevo vissuto una vacanza adolescenziale, ospite di mia zia
Maria che visse lì per qualche tempo, prima della precoce e
improvvisa scomparsa i cui segni rimasero indelebili nella mia
famiglia. Anche lì mi sembra di ricordare. La casa poteva essere
quella. Ma anche quella... e quella. Consumiamo il pranzo in una
frazione di Manziana. Ottimo cibo di collina, a partire dalle
pappardelle al cinghiale, gustate in veranda. Lì succede una cosa
piccola piccola, però divertente benché in fondo triste. Bruno ed
io non siamo riusciti a consumare neanche la metà del vino
propostoci. Succede che una persona – 60 anni o anche meno – si
avvivcina a noi, dice qualcosa che non capisco, prende in mano la
bottiglia di vino rosso, riempie il bicchiere di Bruno e lo beve
velocemente. Il giovane gestore della trattoria lo allontana
rimproverandolo con tono paternalistico. Quindi cambia il bicchiere al
mio amico. Quell'uomo che ci ha sorpreso e divertito ha la mente
offuscata dall'alcol, ma mi è chiaro che quella mente era offuscata
anche prima di incontrare l'alcol. Siede su un gradino di fronte a
noi, beato. Scalzo -me ne accorgo adesso- coi piedi sul sanpietrino. Quando vede che il gestore è rientrato nel locale, fa un
balzo sulla terrazza. Si versa un altro bicchiere di vino e lo beve
di un fiato. Bruno riceve per la seconda volta un nuovo bicchiere,
paga il conto e ci porta a Cerveteri per uno sguardo veloce
d'insieme. Tornerò a Cerveteri. Per scoprire la famosa necropoli
etrusca. Non escludendo di imbattermi in altre dimensioni dell'umano,
oltre ogni possibile programmazione.
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