giovedì 20 marzo 2014

Se mi piace Briatore


Per anni ho usato i nomi di Daniela Santanché e di Flavio Briatore per riferirmi a quella Italia che detesto. Ora mi sento disorientato. Ieri, 19 marzo, ho seguito l'intervista di Daria Bignardi a Briatore e improvvisamente Briatore mi è piaciuto. Ci ho pensato e penso di avere trovato la spiegazione. Mi è piaciuta la sua sincerità assoluta. La descrizione impietosa di una generazione che perde tempo con l'università e lo studio e non capisce che deve semplicemente cercare il lavoro, cercarlo dove c'è e dove c'è entusiasmo e sviluppo: in Cina, in Africa. Non in Italia e neanche in Europa, un continente in declino. Solo lavorando, mettendosi alla prova, facendo esperienze e intrecciando relazioni, si trova il lavoro migliore e ci si realizza. Poi l'amicizia con Berlusconi “che sembra attrarre il peggio attorno a sé”. Giudizi e toni assai meno faziosi rispetto a quelli della corte dell'ex cavaliere. Giudizi “obiettivi” che evidentemente oggi Briatore può permettersi. E insieme, senza imbarazzo, l'amicizia e la stima per Renzi. E' la verità la narrazione di Briatore? No. E' un pezzo della verità, una faccia della medaglia. Molto meglio e più che i cincischiamenti su “un po' di questo e un po' di quello”. Una verità preziosa per stimolare l'altra verità, quella più vera, quella, ad esempio, della istruzione permanente e dell'autoformazione assistita, nell'intreccio col lavoro e con la realtà, che aspetto contro la scuola e la formazione inutili e la noia degli studenti sui banchi. La verità inconfutabile degli ultimi saccheggiatori del pianeta, quella di Briatore. Contro l'altra verità, quella per cui non ci sarà futuro. Ma Briatore parlava del presente e delle generazioni attuali. E non parlava dei rifiuti umani irrecuperabili. Grazie allora per la sua verità. Briatore ha ribadito la sua intensa amicizia per Daniela Santanché. Giacchè non vige alcuna proprietà transitiva, continuo a detestare la sua amica, campionessa della bile senza fondo, mentre resto compiaciuto di me stesso e della mia accertata capacità di azzerare il pregiudizio. P.S. Stranamente le stesso giudizio positivo per Renzi (bullo fiorentino, l'unico che che ce la può fare) veniva anche dall'altro intervistato, Corrado Augias. Straordinaria convergenza di destra e sinistra cui ci stiamo abituando. La sinistra altra non c'è ancora.

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