Nella capitale d'Italia dove il mostriciattolo - il razzismo e la sua variante antisemita - è vivo e vegeto, pur con brevi periodi di astinenza, dopo le scritta idiote ora i muri ospitano deliranti liste di proscrizione. Commercianti e operatori economici che si consiglia di non frequentare perché - udite, udite! - essi si tasserebbero per sostenere Israele e, implicitamente, la sua politica aggressiva verso la gente di Gaza. Bisogna dirlo chiaro: le scritta sono opera di sciagurati, fascisti, ignoranti (sinonimi). Con altrettanta nettezza si deve invitare la sinistra democratica a chiarire agli incolti in buona fede che una cosa è Israele, altra cosa è il popolo ebraico. Chiarire che gli ebrei esposti (nell'intenzione degli imbecilli) alla gogna e alla proscrizione sono cittadini italiani, non di Israele. Chiarire ancora che i cittadini ebrei di Israele, come quelli italiani, hanno il diritto di vivere in pace. Come l'oppressa e tormentata popolazione di Gaza. Ma nelle scuole d'Italia si è promossi, pur facendo confusione fra governo e popolo, etnia, religione, cittadinanza? Temo di sì. Non va bene. P.S. Attribuisco ai governi israeliani e ai loro amici, protettori a sproposito, le massime responsabilità della crisi. Nondimeno, l'ospedale che frequento di più è quello israelitico (vi farò anche il prossimo intervento di ernia). E, per essere chiari fino in fondo, se fossi costretto a scegliere, sceglierei di vivere in Israele piuttosto che in qualsiasi altro Paese del medio oriente. Vivrei in Israele e protesterei a fianco dei suoi pacifisti contro il massacro di civili e contro una politica senza sbocchi.
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