venerdì 15 agosto 2014

Fra i rifiuti di ferragosto


Parlo di quelli umani. Sconsigliato a chi non vuole guastarsi il ferragosto. Naturalmente non saprò mai se si tratti di caso oppure di una mia modalità di selezione di ciò che ho attorno. Sospetto si tratti della seconda. Intraprendo con mia moglie la passeggiata di ferragosto. Dopo la raviola di ricotta divisa a metà e il caffè,si decide di andare sul lungomare di ponente della nostra Ostia. Quello che più spesso trascuriamo o saltiamo prendendo l'auto per raggiungere il porto, lì a pochi metri dalla zona di degrado in cui si consumò l'assassinio di Pasolini. Ora la zona antistante il mare è relativamente risanata. Esteticamente. Alle spalle pulsa però la piccola e la grande mala in gran parte -dicono - proprietaria del “risanato” litorale e delle attività commerciali. Dicevo che propendo per l'ipotesi di un mio sguardo selettivo. Infatti mia moglie, passeggiando e scrutando, esercita una diversa selezione, riservando commenti pietosi per gli esercizi deserti di pubblico, che siano boutique, bar o stabilimenti balneari. “Come faranno?Come vivranno?” Etc. Io un po' meno. E la rassicuro come posso: “Forse sono attività fasulle di mero riciclaggio” oppure: “Non saranno né i primi né gli ultimi a fallire”. E così via. Invece guardo con attenzione, anche oggi, quelli che, numerosissimi, frugano fra i rifiuti. Quello che vedo oggi mi sembra molto professionale. Ha trovato una busta piena di indumenti per bambini e seleziona compiaciuto di se stesso quello da prendere e quello da ributtare nel secchio dell'indifferenziata. Più avanti, davanti alla mensa della Caritas, al confine fra centro e inizio del famigerato ponente, un gruppo di immigrati usa l'italiano come lingua veicolare, con l'esperto che spiega agli altri non so quali strategie di fruizione. Pochissimi bagnanti nei lidi privati. Molti nelle spiagge libere. Da una di queste una ragazza fugge via piangendo disperata. Ci fermiamo. Pare abbia perso il suo cane. Mi preparo mentalmente un commento sulla nuova umanità che darebbe la vita per un animale mentre tranquillamente darebbe (e dà) la morte agli uomini. Le trovano il cane. Lei torna indietro e comincia a picchiare un ragazzo, forse il suo ragazzo, che stava davanti a una tenda sulla spiaggia. Sembra invasata. Uno dell'altra epoca (un mio coetaneo) commenta: “E' l'effetto di una notte di alcol”. Intanto lei sradica la tenda e la usa come arma contro il compagno. Penso a qualcosa di più pesante di una sbronza. Ci sono altri ragazzi a contenerla ora. Andiamo avanti. Anzi indietro, tornando verso il centro. Davanti a uno degli stabilimenti balneari più rinomati, c'è una donna anziana con un pacchetto di non so cosa. Vedo bottiglie vuote e scatole vuote. Però vedo che ha il viso imbrattato di... Sembra... Faccio fatica a crederci ma dalla bocca agli occhi la donna si sparge qualcosa che sembra...Davanti allo stabilimento in cui stanno quelli che possono spendere 50 o 100 euro a ferragosto. Poi alza la gonna. E succede quello che mi aspetto. Orina in piedi. Accorrono inservienti del lido. Sul viso c'era evidentemente quello che pensavo. Torniamo a casa. Pasta con gamberi e zucchine e calamari al forno. Andiamo avanti. Ci furono epoche in cui gli scarti umani si chiudevano in lager chiamati manicomi. Ci furono epoche in cui gli scarti erano soppressi. Oggi sono in mezzo a noi. “Liberi” perché la nostra è l'epoca della libertà. Di cementificare ed inquinare perché altro modo non c'è di dare occupazione. Di licenziare perché questa attività è mia e tu mi devi essere grato finché ti pago. Di drogarsi, con qualche sanzione e qualche inutile predicozzo. Di aprire sale scommesse, finanziare politici compiacenti o farsi spennare alla slot machine. Ci sarà una volta un'epoca in cui ci prenderemo cura l'uno dell'altro? Non episodicamente. Non se si trovano generosi volontari. Ci sarà un'epoca in cui sia chiamato “sviluppo” prendersi cura l'uno dell'altro, nessuno escluso? Temo di no. La battaglia è perduta. Anche per l'imperizia, la fretta o il tradimento di alcuni che militavano nelle bandiere della speranza. Si dirà sempre che non si può perché limiteremmo la libertà umana. Gli agenti del mondo esistente ci spiegano continuamente, ora pazientemente, ora nervosamente, su facebook, che sarebbe “totalitaria” una società “piatta” in cui a nessuno venga in mente di ignorare il calcolo delle probabilità giocandosi nelle slot machine salario, paghetta di genitori e nonni o proventi da rapina; in cui a nessuno venga in mente di imbrattarsi il viso con le proprie feci. La battaglia è perduta. Buon ferragosto.

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