sabato 28 aprile 2012
Istat, disoccupati e inoccupati: perché non vediamo l'anomalia italiana?
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giovedì 26 aprile 2012
La passione dei vecchi, la ricerca dei giovani e la stanchezza degli altri
Oggi siamo pochi a lezione di inglese nel circolo territoriale Pd di Ostia levante. Entra un signore anziano. Ha voglia di parlare e non sa cosa facciamo attorno a un tavolo né gli interessa. Quindi poggia fra i nostri libri e quaderni ritagli di giornali; c'è una pagina del Messaggero con l'hit parade dei miliardari italiani. C'è Ferrero in testa, non ricordo il secondo, un po' sotto Armani, ancor più giù Berllusconi, etc. L'anziano compagno (così si è qualificato intanto) è scatenato contro Monti che non tassa i patrimoni miliardari, si scandalizza che sia tassata sempre più la sua pensione di 1.500 euro; però lui è con Monti, dice (come diciamo tutti noi del PD). Insomma nessuno sa come dirgli che siamo lì per studiare e anch'io sono un po' contrariato o almeno annoiato a sentire discorsi giusti ma scontati. Poi va via e Simona, giovanissima democratica, ci dice qualcosa dell'anziano compagno. Benedetto (mi pare si chiama così) è un ex professore di latino e greco e soprattutto ha 97 anni. 97. Ora non mi interessa più l'inglese. L'irritazione è verso me stesso. Penso a me fra 20 anni e mi sento di escludere che, se sarò vivo, avrò voglia di ritagliare la pagina del Messaggero, contestare il governo tecnico di Fornero junior e tanto meno dibattere se si tratti di un governo tecnico o tecnico-politico o politico, malgrado le apparenze.
Poi vado al cinema a vedere Diaz e mi accorgo di essere solo con quattro coppie di ragazzi attorno ai 20 anni. Non sono una comitiva. Ogni coppia sta su una fila diversa ed è lì per vedere il film, evidentemente per capire cosa accadde a Genova durante il G8 del 2001. Naturalmente mi avveleno lo spirito, rimuginando sull'antropologia dei poliziotti, sul gusto della mattanza, sulla poliziotta che non è più donna ma complice nella umiliazione dell'intimità della giovane arrestata. Anche se fosse successo la metà di quel che il film mostra, sarebbe troppo e intollerabile. E poi i titoli finali che ci ricordano che, per la prescrizione, nessuno pagherà e che nessuno è stato sospeso dal servizio. Così intossicato, solo vagamente consolato dal ricordo dell'anziano compagno che protesta e progetta e magari dalle quattro coppie di ventenni che vogliono sapere cosa accadde a Genova in quei giorni maledetti, sento che il sonno non arriva. Perciò mi confido nel web.
mercoledì 25 aprile 2012
La strage per rilanciare l'economia
domenica 1 aprile 2012
Sfregiare la bellezza per essere immortali
Nella scorsa fine settimana sono stato in gita fra i monti laziali e la valle dell'Aniene. Ho visitato fra l'altro il suggestivo monastero di San Benedetto a Subiaco. Non immaginavo tanta bellezza.Io,moglie e amici eravamo forse gli unici italiani, oltre ad una scolaresca, normalmente disattenta e vociante. La prevalenza era di stranieri e di cinesi in particolare (insomma credo fossero cinesi). Poi all'uscita è successo qualcosa che mi succede sempre più di frequente. Quasi un riflesso condizionato di patriottismo e di vergogna che mi induceva a fare scudo col mio corpo affinché i cinesi non vedessero e le loro macchine fotografiche non registrassero. Su una parte del portico un antico affresco e uno scempio incomprensibile. Mani diverse negli anni, con tutta probabilità di scolaresche “in viaggio di istruzione”, avevano sfregiato l'affresco con penne, pennarelli e incisioni con chiavi o punteruoli, variamente segnati dal tempo. Comprensibile (e comunque inaccettabile) che potesse succedere una volta, non immaginando la stupidità e l'incultura dei visitatori. Ma poi? Perché nessuna protezione e nessuna sorveglianza verso le pulsioni all’immortalità dei nostri studenti (studenti di che?). Così per sempre i visitatori sapranno che: Sebastiano ama Maria, Rita ama Federico, Antonio ha fatto l'amore con Anna, etc.
D'accordo sulle battaglie simboliche (faccio finta di essere d'accordo), ma quando combatteremo le battaglie vere? E quale conoscenza abbiamo oggi dei nostri ragazzi? Comprendiamo cosa passa per le loro teste quando si esercitano a sfregiare la bellezza? Sfregiano perché sanno o perché non sanno? Per dispetto o per ignoranza? Non dovremmo poter sottrarci a tali domande. Le risposte sono indispensabili per definire obiettivi, strumenti e luoghi della Scuola e della comunità educante e direzione degli investimenti: maggior investimento nella didattica della Storia dell’arte e/o battaglia contro il nichilismo e/o maggior investimento nella proposta di senso per le nuove generazioni.
Al monastero intitolato alla sorella di Benedetto, Santa Scolastica, ci aggreghiamo appena in tempo a un gruppo assistito da una giovane guida, preziosa per leggere le stratificazioni architettoniche secolari del monastero, a partire dal periodo romanico. Molto brava davvero. Una laureata in Storia dei Beni culturali? Probabile. Alla fine della visita aspettiamo di capire come e a chi pagare il servizio. La giovane guida ci anticipa. “Chi vuole può lasciare un’offerta in quel cestino”. Si allontana per non metterci in imbarazzo e il cestino raccoglie qualche euro in moneta. Così l’Italia dai mille campanili da 40 anni continua a perdere posizioni anche nell’economia del turismo. Il paese più ricco di storia e di bellezza nel mondo oggi ha 44 milioni di visitatori contro i 54 della Germania e i 79 della Francia. E i nostri archeologi, restauratori, storici dell’arte si dannano l’anima per un contratto co.co.co., accettano una offerta modesta da noi tranquilli pensionati, tranquillamente ignoranti, oppure prendono la paghetta da genitori e nonni. In questo assoluto non senso diventiamo variamente complici degli anonimi giovani sfregiatori di affreschi, in-sensati come loro.
“Beni culturali e spreco. Promemoria per Bondi e Brambilla” era il titolo di precedenti riflessioni su temi a questo analoghi.
http://www.rossodemocratico.ilcannocchiale.it/?id_blogdoc=2496194
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