Una domanda forse ingenua o forse disperata. Usciremo mai dall'incubo terroristico? Come? La mia percezione è che il virus è così diffuso da essere impossibile sradicarlo. Mi vengono in mente solo poche, discutibilissime terapie. La prima è elusiva. Convivere col terrore al punto da mettere in conto di finire assassinati dai fanatici, come mettiamo in conto una malattia grave o un incidente stradale. Se il terrorismo non ci terrorizza più di un percorso in autostrada, è morto ed ogni azione terroristica è destinata ad esaurirsi.Smettere quindi di commentare, così tenendo a bada la concausa mediatica e quindi il fascino epidemico dell'azione terroristica. La seconda varrebbe solo come terapia al terrorismo di matrice religiosa oggi prevalente. L'educazione all'ateismo. Un po' come quella che fa Charlie Hebdo. Sappiamo con quali conseguenze. Ma bisognerebbe pagarne il prezzo fino a che alla lunga...Però cristiani, ebrei ed altri reagirebbero con energia. Né comunque verrebbe vinto il nichilismo, altra matrice della pulsione di morte e del terrorismo, nichilismo di cui la religione appare antidoto. La terapia più giusta in astratto sarebbe politica. Investimenti generosi,condivisi e massicci nelle economie dei Paesi a rischio, nel presupposto che l'ingiustizia e la povertà siano all'origine della infezione della "cultura" terroristica. E qui c'è un "però" enorme. Nessun leader ha interesse ad investire nel lungo periodo, pena la perdita del consenso. Incarichi a tempo limitato affinché nessuno possa raccogliere i frutti della sua politica miope? Potrebbe essere, ma vantaggi/svantaggi sarebbero ereditati dai compagni di cordata. Chiamare al voto chi ha un lungo futuro davanti, attuali minorenni se è impossibile chiamare i nascituri? Mi fermo. Ho esaurito le mie proposte insensate. Altre non ne vedo.
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