Capita. Non condivido per nulla i premi ricevuti da “Elle”: particolarmente per la regia di Paul Verhoeven e l'interpretazione di Isabel Huppert. Giudico la seconda uno sterile esercizio di bravura sul nulla. “Basic instinct”, il film più popolare del regista, era ispirato da eros vero ed era efficacemente torbido e ambiguo. “Elle” invece appare un noioso esercizio di fredde perversioni. Recandomi a vederlo avevo creduto di capire che avrei visto un film diverso. Immaginavo che lo stupro con cui si apre il film fosse un tentativo di educare alla presa di distanza dal proprio corpo e dal dolore, come una pratica anestetica. Il tema sarebbe stato interessante. Come sarebbe stato interessante uno sguardo alla sessualità e al corpo di una donna matura. Che c'è, ma senza vera ispirazione. Anche l'amore della moglie del “mostro” come attenzione comprensiva dei bisogni insoliti del compagno sarebbe stato interessante. Ma è solo accennato e si perde fra troppe cose inutili. Per me un pomeriggio sprecato nella noia.
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