Sul trenino di Ostia, quello che chiamano il più disastrato servizio ferroviario d'Italia, finora, in 9 anni, sono stato fortunato. Non mi è mai capitato che il trenino si fermasse per guasto meccanico, come è capitato quasi a tutti. Giorni fa però, mentre viaggio verso Termini per la mia vacanza, il treno si ferma a San Paolo. Ma non è per un guasto. Sento rumori provenienti da una carrozza più avanti. Fermi senza saperne il motivo. Poi vedo due militari correre, coi fucili in mano, verso la testa del convoglio. Passano i minuti. Vado avanti allarmato perché se il trenino si ferma perdo la coincidenza. E già mia moglie mi sta contestando per non avere anticipato la partenza. Finalmente un ragazzo lì avanti mi spiega. Due fidanzati avevano preso a “menarsi” mi dice. Il macchinista non riparte se quelli non scendono. Ha chiamato i militari. Ma quelli non possono costringere con la forza gli innamorati (?) a scendere. E la polizia non arriva. Mentre mi chiedo a cosa servano i militari, il nervosismo cresce. Molti passeggeri scendono in cerca di altre soluzioni. Penso che eventuali sabotatori dell'economia nazionale (P2, P3 o P4) potrebbero utilizzare bande di fidanzati che si menano piuttosto che bombe, spread o governi di emergenza. Poi finalmente la buona novella. I due innamorati (diciamo così...) sono scesi. Si riparte.
Al ritorno dalla mia vacanza alle Cinque Terre, sul trenino di nuovo due fidanzati (o qualcosa di simile). Bianchi cadaverici, vestiti di nero, zeppi di piercing. Lei molto bella, mi pare di capire. Poi mia moglie mi fa segno di alzarmi e cambiare posto. Che c'è? La ragazza sta piangendo. Piange in silenzio. Credo di aver capito che sono due ragazzi “emo”. Quelli che amano atteggiarsi così. Quelli per cui non c'è motivo di sorridere, ma molti motivi per piangere ed essere tristi. Lo spiego a mia moglie per quel poco che ne so. Per tranquillizzarla. Per farle capire che non rischiamo che si “menino” e che il trenino si fermi.
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