Carola,
per la sua parte, lo sta facendo. Penso che le ragazze abbiano
sogni, progetti e migliori risorse per salvarsi da sole. Al più
alcune (non poche) debbano imparare a non idealizzare la dimensione
maschile: sicurezza, forza, audacia, e cosucce simili. Debbono
imparare a sottrarsi alla sindrome di "io ti salverò",
anticamera della testa chinata al femminicidio. Ma assai più
numerose sono quelle che studiano e si laureano (assai più che i
ragazzi e con voti più alti) e intanto aggraziate servono ai bar.
Mentre qualcuna , più pericolosamente, si prende cura degli ultimi
in fuga da guerra e miseria.
I
maschi oggi rischiano assai più delle nostre ragazze. Hanno il
terrore di fallire e deludere. Una volta era il rischio fatale della
prestazione erotica. Ora è il lavoro, la competizione perdente coi
padri, quella incerta coi pari. Si inventano allora progetti
sadomasochisti: dar fuoco al senzatetto, seviziare un disabile,
sferrare un cazzotto al primo che passa (in voga a Trastevere, ho
appreso) per divertire le amiche. O infilzarsi saltando un cancello.
O salire sul tetto di un treno e farsi fulminare dall'alta tensione.
O farsi un selfie guidando a 200 l'ora. Etc. Etc. Talvolta con
svariate vocazioni etniche e religiose: ammmazzare il giornalista o
il politico riformista nella stagione perversa, italiana ed europea,
del terrorismo o ammazzarsi per ammazzare nella perversione di
stampo islamico.
Per
favore, non perdiamo tempo con frivolezze politiche: antieuropeismo
d'accatto, minibot, quota 100, navigator e nomi inventati che non si
sa di cosa riempire. Offriamo ai nostri ragazzi progetti alternativi
all'andare fuori di testa. Serve aver cura della nostra intelligenza
per aver cura della loro intelligenza. E serve l'esempio di chi
pianta un albero contro chi distrugge rumorosamente foreste. Serve
l'esempio di Carola.
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