venerdì 13 settembre 2019

Ad Istanbul per cercare il diverso e trovare più spesso l'eguale


A consuntivo di un viaggio confronto inevitabilmente l'esperienza realizzata con quella attesa. E confronto "loro" con "noi". In quest'ultimo senso credo proprio che il turismo come esperienza di contatto con il diverso si impoverisca progressivamente. Ci somigliamo sempre più. Istanbul mi è sembrata europea. Più di quanto immaginassi. Con apparente contraddizione, malgrado la presenza del velo femminile più esteso di quanto pensassi. Il 50% delle donne o forse più. La contraddizione si spiega ammettendo che il velo sia spesso una sovrastruttura. Ho in particolare davanti a me l'immagine di sei ragazze ventenni sedute al tavolino di un bar accanto a me e ai miei. Erano eleganti, sobrie, sorridenti, divertite, espressive: in nulla distinguibili dai gruppi di ragazze che incontro nei bar di Ostia. Solo col velo. Molto occidentali (quasi italiane) anche per lo smartphone nel quale a tratti si perdevano contemporaneamente. E con occhi bellissimi (ma vado fuori tema). Cosa cerco quindi all'estero, cosa ad Istanbul? Ad Istanbul ovviamente la storia che ha lasciato capolavori architettonici celebri: le moschee (Solimano, la moschea blu, etc. Etc.), le sovrapposizioni di architetture cristiane e musulmane (ancora Santa Sofia in particolare), i presidi di culture e fedi diverse (la splendida chiesa del patriarcato greco-ortosso), le .testimonianze dell'occidente e delle repubbbliche marinare (la genovese Torre di Galata da cui si ammira il corno d'oro e il bosforo), i palazzi del potere e dei sultani (Topkapi e il successivo palazzo Dolmabahace, dove resiedette e morì il padre della patria repubblicana, Atataturk), la modernità di piazza Taksim, sede di adunate e rivolte. Nel confronto fra la mia Roma ed Istanbul per l'ennesima volta la capitale d'Italia soccombe. Istanbul è assai più pulita e c'è un mucchio di addetti a ramazzare per strada. I mezzi pubblici attraversano numerosi e frequenti la città; sono puliti e i passeggeri cedono il posto agli anziani assai più di come accade a Roma. Ho avuto l'impressione che tutti paghessero il biglietto. I taxi sono poco costosi e i tassisti quasi sempre onesti. Tutto è poco costoso, a partire dal cibo. Il pasto consumato in un ristorante celebrato in centro è costato 10 euro. Le pietanze sono pesanti, piene di olio, spezie e pepe. Ho trovato invece squisita la colazione dell'albergo con yougurt eccellente e varietà di dolci e miele. I negozi di dolci sono numerosissimi, dai banchetti alle grandi botteghe colorate. Una confezione di frittele di miele costa poco più di 1 euro. Debbo dire poi che ho mangia to il migliore pane (con semi di sesamo)i della mia vita durante la breve incursione nel territorio asiatico raggiunto in battello. Ad Istanbul si respira un'atmosfera di sicurezza. Le donne al più rischiano complimenti audaci e, naturalmente, solo intuibili. Mi ha sorpreso la presenza di polizia con mezzi blindati: uno enorme come non mi è capitato di vedere neanche al cinema, proprio presso piazza Taksim. Ah, voglio aggiungere che anche ad Istanbul l'Italia e gli italiani appaiono avere una immagine positiva e riscuotono simpatia. Quando a domanda rispondi che vieni dall'Italia inevitabilmente ti chiedono da quale città. E lì commentano in un mix di italiano e turco. I turchi sono socievoli non solo coi turisti. Il the è lo strumento per invitare in negozio i turisti, ma anche per socializzare fra i negozianti. Ho visto pochi casi di mendicità (un paio) e di senza tetto (ancora un paio). Ho visto però il lavoro minorile diffuso, con bambini di 10 anni circa che vendevano bottiiglie d'acqua al gran bazar dove ho trovato peraltro il dimenticato mestiere di lustrascarpe. Ultima annotazione. Non sono riuscito a bere qualcosa che somigliasse ad un espresso, la cosa che per 5 giorni mi è mancata dell'Italia. Peggio che in qualsiasi città del mondo da me visitata. Eppure, incredibilmente, l'espresso (dichiarato tale) è fra le cose più care che mi è capitato di trovare nei bar: anche 12 lire e più (l'equivalente di 2 euro).

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