sabato 21 settembre 2019

La tristezza della vecchiaia


Frequentando ambulatori vari inevitabilmente incontro persone anziane, anche più vecchie di me. Ieri c'era davanti a me una suora in carrozzina. Sembrava poco presente a se stessa, oltre che malmessa e senza denti. Ho valutato che doveva aver vissuto un secolo. Era accompagnata da altra suora più giovane, forse sessantenne. La curiosità ha prevalso sulla discrezione. Ho chiesto: "Sono indiscreto se le chiedo quanti anni ha la sorella"? "89", ha risposto la suora, e lei"?.Ho capito di aver fatto una gaffe. La mia domanda sottointendeva che la suora apparisse centenaria; e invece non lo era. Infatti chi la accompagnava mi chiedeva: "E lei"? Mi sono giustificato ammettendo che l'assenza di denti mi aveva ingannato.
Poi mi è capitato di osservare il confronto fra una madre più o meno ottantenne, con bastone, e una figlia sessantenne, più o meno. Una cosa che mi ha riempito di rabbia e tristezza. Credo di aver capito che la figlia contestava alla madre di averla costretta ad una lunga attesa. La madre non si era preoccupata di far annotare sulla ricetta la patologia che avrebbe permesso una priorità di accesso. "Aspetteremo ore, aspetteremo ore, cosa hai combinato"? Lo diceva con sguardo torvo e cattivo. Ripetutamente, mentre l'anziana signora rispondeva sommessamente qualcosa e,quando la figlia si allontanava, guardava attorno verso i vicini come per scusarsi o scusare la figlia inviperita. Ho provato estrema empatia. Mi sono immaginato debole ed umiliato fra qualche tempo in situazione analoga. Che ne sarà di me? Meglio essere umiliato da una figlia o finire in casa di riposo, indifeso di fronte a probabili violenze di operatori improvvisati? Meglio ricevere il dono di finire prima. Neanche questo è nell'agenda della politica, non lo era di quella gialloverde e non è di quella giallorossa; temo non lo sia neanche di quella rossa (magari con falce e martello), troppo distratta da mille banalità populiste distraenti e ancor meno, penso, di Italia Viva che di tutt'altro si preoccuperà.

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