Ci sono mie convinzioni che non posso pretendere che siano condivise da molti. Il mio anticapitalismo soprattutto. Il senso comune malato è troppo forte. Si ritiene addirittura che si debba essere grati agli imprenditori se qualcuno ha un lavoro; senza di loro - dicono - nessuno raccoglierebbe fragole o produrrebbe smartphone. Sono tentato di arrendermi quindi. Meno facilmente mi arrendo alle ragioni di chi non riconosce gli elementi socialisti nella nostra bella, seppur lacunosa e imperfetta, Costituzione. Vorrei che si condividesse almeno che l'impegno a rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che impediscono il pieno sviluppo della persona umana (art. 3), nonché i vincoli sociali imposti alla proprietà privata (art. 53), sono largamente disattesi e non c'è sanzione per chi li disattende.
Ma soprattutto non posso arrendermi al tradimento troppo plateale di chi dovrebbe difendere la Repubblica dal ritorno evidente dell'infamia fascista e invece non lo fa per nulla. Ieri, festa della Liberazione, gli oltraggi alle memorie della Resistenza sono stati osceni e diffusi per tutta la penisola. Nessuna punizione, nessuno scioglimento delle formazioni nazifasciste che la Costituzione (disposizioni transitorie e finali), insieme alle conseguenti leggi ordinarie, prescrive. Cerco di capire l'ignavia di governi e partiti, anche a sinistra. Credo si tratti, oltre che di quieto vivere, della paura di rendere più attrattivi i simboli e le pratiche dei neofascisti, come di perseguitati dalla democrazia. Valutazione nefasta giacché proprio l'impunità assicurata ai nazifascisti fa apparire smidollata la democrazia ed affascinante il suo contrario. Finché siamo in tempo e non ancora minoranza, non indugiamo. Chiudiamo subito le sedi dei fascisti e assicuriamo alle prigioni gli adepti dell'infame ideologia. Facciamolo anche per i giovani privi di guida che domani potrebbero essere reclutati dai fasci e dalle croci uncinate. Dimostriamo loro che la Repubblica c'è, è giusta, forte e severa. Almeno in questo, ascoltatemi.
Ma soprattutto non posso arrendermi al tradimento troppo plateale di chi dovrebbe difendere la Repubblica dal ritorno evidente dell'infamia fascista e invece non lo fa per nulla. Ieri, festa della Liberazione, gli oltraggi alle memorie della Resistenza sono stati osceni e diffusi per tutta la penisola. Nessuna punizione, nessuno scioglimento delle formazioni nazifasciste che la Costituzione (disposizioni transitorie e finali), insieme alle conseguenti leggi ordinarie, prescrive. Cerco di capire l'ignavia di governi e partiti, anche a sinistra. Credo si tratti, oltre che di quieto vivere, della paura di rendere più attrattivi i simboli e le pratiche dei neofascisti, come di perseguitati dalla democrazia. Valutazione nefasta giacché proprio l'impunità assicurata ai nazifascisti fa apparire smidollata la democrazia ed affascinante il suo contrario. Finché siamo in tempo e non ancora minoranza, non indugiamo. Chiudiamo subito le sedi dei fascisti e assicuriamo alle prigioni gli adepti dell'infame ideologia. Facciamolo anche per i giovani privi di guida che domani potrebbero essere reclutati dai fasci e dalle croci uncinate. Dimostriamo loro che la Repubblica c'è, è giusta, forte e severa. Almeno in questo, ascoltatemi.
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