Nel fine settimana gli ostiensi sembrano tutti "congiunti", come una sola famiglia, stretta stretta, che riscopre il divertimento (pizza, gelato o muretto). Non ricordo tanta gente negli anni scorsi, quando di pandemie non si parlava. Osservo. I costumi cambiano. La scena sul muretto affollato da adolescenti non l'avevo mai vista prima. La naturalezza esibita con cui il ragazzino (quindicenne?) stringe da tergo fra le mani i seni acerbi della coetanea fino a farla gridare. Cameratismo?
Poi c'è qualcosa che mi lascia al solito senza fiato: la carrozzina con un bambino disabile spinta dalla madre. Come se io non fossi cresciuto abbastanza per capire o digerire l'ingiustizia che ogni tanto non sembra venire dalla politica. Come se questo ridimensionasse radicalmente Marx ed il mio marxismo. Lui a questo non ha dato risposta. Perché dico di questi pensieri non so.
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