Dedico l’8 marzo alle donne della mia vita, quelle che mi fanno minoranza in famiglia, alla persona a me vicina da decenni, alle figlie, alle nipoti, a Ninni, Cristina, Claudia, Francesca, Alice, Nina.
Il caso ha voluto che si realizzasse il mio desiderio di generare figlie. Non sapevo il motivo del mio desiderio. Sapevo e so bene dello svantaggio femminile. Sapevo che una figlia avrebbe avuto più ostacoli che un figlio a realizzarsi. Avrebbe come partecipato ad una corsa con ostacoli supplementari, avrebbe faticato di più per avere meno. Lo sapevo. Forse però il mio pensiero soggiacente era che comunque l’impegno supplementare la avrebbe reso migliore: non avrebbe avuto probabilmente tutti i riconoscimenti meritati, ma una vita più dotata di senso sì. Così – mi pare – è stato con le mie figlie. E le nipotine promettono bene.
Auguri
alle donne della mia vita e a tutte le donne: auguri
non disinteressati giacché la qualità della mia vita, come quella di tutti gli uomini, dipende largamente dal successo delle battaglie delle donne. Ne sono convinto
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