L'elusione di cui più si parla è quella fiscale. Un metodo per pagare meno tasse, nel rispetto formale delle leggi, tramite costruzioni giuridiche e societarie appropriate. Il risultato è sempre sorprendente.Nel senso che cozza, spesso platealmente, contro la giustizia sostanziale. Mi sembra che quello che sta avvenendo alla Camera debba chiamarsi "Elusione istituzionale". Tutto regolare probabilmente - fiducia compresa- come può essere regolare che il miliardario, investendo in consulenti costosi, finisca per pagare pochi spiccioli di tassa; in barba al principio della progressività delle imposte ed anche al buon senso. Ma così è. Ho fiducia che Mattarella e Boldrini non avrebbero tollerato l'illegalità. Ci resta la libertà di sanzionare moralmente l'elusione istituzionale come sanzioniamo moralmente l'elusione fiscale. Del resto abbiamo fatto lo stesso giudicando le leggi ad personam dell'epoca berlusconiana. Formalmente erga omnes, di fatto a vantaggio di un uomo solo. Mi sembra succeda lo stesso con l'Italicum. Un leader investito del controllo del maggiore partito (con unmilioneottocentomila voti), come in un gioco di scatole cinesi - in cui sono maestri gli strateghi dei monopoli - assume il comando del governo e del Parlamento. Poi, poiché questo potrebbe essere insufficiente ad assicurare controllo assoluto o ad assicurarsi il futuro, decide una legge che gli assicuri la certezza di non aver impicci ed ostacoli, da Presidente della Repubblica, Corte Costituzionale, etc. Al contempo, per perfezionare il quadro della governabilità assoluta, usa il piccone delegittimante verso magistratura, sindacato e "professoroni" e magari si assicura il controllo dell'educatore nazionale Rai, tramite Ad governativo. Tutto regolare. Tutto secondo la legge. Come troppe volte nella storia. Che fare ora? C'è qualcuno fra gli oppositori - politici, gente comune, rissosi frequentatori del web - disposto a promuovere un NO di massa, pacifico e non equivoco, come un sit-in nazionale? Improbabile, ma lo vorrei. Poi, a bocce ferme, rifletterei forse su alcune imperfezioni di una Costituzione che forse è la più bella del mondo, ma che è comunque pericolosamente imperfetta. Infatti - mentre ci obbliga a doppie letture, etc. per qualunque minima riforma costituzionale - lascia all'arbitrio del vincitore decidere con la legge elettorale il futuro del Paese.
P.S. Mi scuso per possibili inesattezze espositive giuridico-formali. Rivendico pienamente la sostanza.
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