Non prendete troppo sul serio (soprattutto gli amici insegnanti) queste note da pomeriggio domenicale. La premessa è che Matteo Renzi, a mio avviso, qualche volta dice cose importanti. Magari non sa trarne le conclusione. Ma le dice. Diceva giusto affermando che Manzoni è odiato perché incontrato a scuola. Troppe cose sono odiate perché incontrate a scuola. La "buona scuola" poi non tiene conto in alcun modo della intuizione di Renzi. Peccato. Ci sto pensando riflettendo ad una discussione casuale col nipotino dodicenne. Camminavamo insieme per il centro di Ostia. O meglio, cercavamo di camminare, fra banchi e cartoni sui marciapiedi che espongono paccottiglie. A parte l'inquinamento estetico, il fastidio per i passanti è notevole. Sicché, spesso prendevo per mano il nipotino, scendendo per strada, con qualche rischio, per aggirare intasamenti di banchi e folla. All'improvviso poi, un po' innervosito e pensando di sollecitarlo a qualche riflessione, ho detto: "Quando sarò sindaco rimuoverò tutto". E lui, riferendosi ai venditori: "E quelli che fine faranno? Come camperanno"? E io: "Faranno cose che servono. Puliranno le strade, ripareranno le buche. Ai più capaci e affidabili proporremo di vigilare su stanze di musei che oggi nessuno sorveglia, etc.".E lui: "E chi li paga"? E io:" Se ogni abitante di Ostia mette qualcosa - 1 euro, 2 euro al mese- possiamo pagarli. Tu non preferiresti pagarli per fare qualcosa di utile piuttosto che subire questa bruttezza e questo disagio ?". Mentre discutiamo ho la sgradevole certezza che il pensiero comune vincente, si insinui precocemente nella mente dei bambini, anche nella forma del pietismo di sinistra ("sinistra" per modo di dire). E' il pensiero che crede di dover separare la sopravvivenza delle persone (lo "sbarcare il lunario") dallo scambio naturale di servizi per il quale dovremmo stare insieme. Quello che fa esprimere calda solidarietà ai banchetti abusivi rimossi (raramente) o ai piccoli spacciatori. Indulgenza invece che riconoscimento di veri diritti. Fra i quali il lavoro, quello vero. Verificherò se ho inciso un po' nelle vecchie convinzioni di mio nipote. Al momento lui -con volo pindarico - mi ha trascinato sul terreno in cui mi fa da maestro. "Ma tu, nonno - mi dice - stai calcolando 2 euro per 120.000 abitanti; ma i 2 euro li pagherebbero le famiglie, non i bambini, ad esempio. Quindi sono solo 240.000 euro diviso 4 (famiglia media) = 60.000 euro; troppo poco". Mi giustifico, come posso: "Sì, d'accordo; più di 1 euro e più di 4; comunque poco; ho detto 1 euro per semplificare i conti". Va bene. Così sono le lezioni reciproche fra nonno e nipote. Dalla politica, alla sociologia, alla matematica. Senza interruzioni e cesure da campanella. E passando, senza avviso da docente a discente. Appunti per la buona scuola. O magari per un apprendimento "descolarizzato".