Ogni anno mi chiedo se abbia senso la Festa, se abbiano senso gli auguri. Quelli contro le ricorrenze dicono che è sempre Natale, è sempre Festa della donna, è sempre Resistenza. Sempre o mai. Ma forse la Festa ha senso come un appunto , come un ricorrente inforcare le lenti per abituarci a vedere poi, senza protesi alcuna, mondi diversi. Qualcosa sembra rendere impossibile festeggiare. E’ il dolore degli altri nel mondo. Da tempo poi non è più l’eco di dolori lontani, di sconosciuti. E’ sangue e lacrime di persone che sentiamo “nostre”. Ieri Valeria Solesin, oggi Fabrizia Di Lorenzo. La mente cerca una ragione. Ancora una volta la meglio gioventù, quella che studia, quella che pretende di lavorare nel nesso inscindibile di diritto e dovere di essere risorsa e non peso: non solo “posto” e reddito, bensì posto nel mondo. Non so se sia un caso o siano meccanismi ignoti a selezionare i migliori alla morte. Difficili più di sempre gli auguri di Natale quest’anno. Mi incoraggia qualcuno e qualcosa. Mi incoraggia un grande popolo, quello tedesco, che ammiro e che sa darsi una grande leader capace di tener fermo il timone. Da lì prendo l’ispirazione perché non siano i folli a decidere cosa faremo e dove andremo. Buon Natale allora alla Germania, all’Italia, all’Europa, al mondo. Buon Natale a Francesco, leader mondiale del cambiamento. E buon Natale agli amici della rete che spesso sono amici veri, anche quando mai incontrati in quella che si chiama “realtà”.
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