"Non è colpa di Virginia Raggi". Pare si debba premettere prima di dire qualcosa su Roma. Visito il centro ieri fra pomeriggio e sera. In una giornata quasi festiva. Non vedo tracce di romani per strada o in metro. Solo turisti e neanche tanti. All'ingresso della metro di Piazza di Spagna, per qualcuno il posto più bello al mondo, collinette di cicche di chi spegne lì la sigaretta dopo l'ultima boccata e contenitori unti di cibi slow food. Sulla scalinata di Trinità dei Monti scorgo un vigile. Non vedrò altri vigili altrove. Tranne che davanti ai Palazzi della politica. Affollata veramente solo via dei Condotti. Con i negozi delle firme famose, una volta italiane, presidiati da vigilanti elegantissimi, muscolosi e nerissimi. E con nugoli di venditori africani che in strada ti sventolano in faccia la stessa sciarpa finto Burberry .Oggi il grande vecchio romano deve aver deciso così. Altri africani presidiano i siti del cartello delle carissime caldarroste. Poi a Piazza Navona pochi banchetti con cineserie orride. Con i camerieri buttadentro che ti abbordano per chiedere di consumare almeno un caffè al tavolino, se non puoi permetterti una pizza. Tutto alquanto triste. La sensazione di una capitale e di una nazione che perde anima e identità. Una capitale che non sa più difendere decoro e bellezza. Eppure so che si potrebbe. Sapere che si può e non si fa mi opprime. Ok, abituiamoci al peggio e torniamo ai riti degli insulti per web. Se non sappiamo far altro...
mercoledì 28 dicembre 2016
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