1. “Scissione” è una brutta parola. C'è n'è una peggiore: “ricatto”.
Commento. “Scissione” non è una brutta parola. Descrive un fenomeno normale. Se le ragioni per stare insieme vengono meno ci si divide. “Convivenza forzosa” è una brutta parola. Come quando una moglie sceglie di subire le prepotenze del coniuge perché non ha alternative. “Ricatto” è una parola priva di senso, soprattutto in politica. Sempre si sta insieme offrendo e chiedendo qualcosa. Tutti i negoziatori si ricattano vicendevolmente. Cioè negoziano. I prepotenti attribuiscono all'altro il ricatto. Il marito alcolista si dice ricattato dalla moglie che minaccia di lasciarlo se non smette di bere e di picchiarla.
2. “Nessuno ha il copywrite della parola “sinistra”.
Commento. Sì, nessuno lo ha. Ma questo non significa che chi si dice “di sinistra” sostenendo le ragioni dei deboli, dei precari e dei senza lavoro debba stare con chi sostiene le ragioni di Marchionne e dei multiproprietari di case, solo perché anche questi si ritiene “di sinistra”. Eventualmente ci si mette d'accordo per evitare confusioni di omonimia. Chi sta con Marchionne si chiamerà “sopra” e chi sta con gli ultimi si chiamerà “sotto”.
Commento. Sì, nessuno lo ha. Ma questo non significa che chi si dice “di sinistra” sostenendo le ragioni dei deboli, dei precari e dei senza lavoro debba stare con chi sostiene le ragioni di Marchionne e dei multiproprietari di case, solo perché anche questi si ritiene “di sinistra”. Eventualmente ci si mette d'accordo per evitare confusioni di omonimia. Chi sta con Marchionne si chiamerà “sopra” e chi sta con gli ultimi si chiamerà “sotto”.
Mi dichiaro molto allarmato per quegli applausi. Molto allarmato per la perdita della ragione. Molto allarmato per il fatto che i comunicatori del nulla appaiono insostituibili.
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