Auguri veri, sentiti e conformi all'uso, per un felice 2018. Perché non vorrei abrogare tutti gli usi. Gli auguri no. Credo in due cose che sembrano alternative. E invece non lo sono. L'attenzione alla materia – cibo, tetto, lavoro, reddito – e la preminenza delle emozioni collettive che sono il motore del cambiamento materiale. Credo nelle invenzioni. Credo nell'invenzione di un nuovo senso comune. Invenzione gratuita, priva di fondamento. Come un'opera d'arte. L'invenzione dell'eguaglianza fra tutti gli uomini. Una invenzione come una sfida alla banalità della sopraffazione, dell'io, delle famiglie, delle corporazioni, delle nazioni. Auguri soprattutto a chi ne ha più bisogno e auguri soprattutto a quelli di cui più abbiamo bisogno. Auguri a Francesco quindi. Perché ha inventato un Dio giusto cui – pur senza fede – posso largamente ispirarmi.
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