Metto il naso fuori casa, all'umido, per fare due passi e depositare vecchi giornali nell'apposito contenitore. Ma i contenitori sono tutti pieni ad Ostia. Sicché i quattro passi diventano otto. Niente da fare. Mi arrendo. Spero di aver fatto la cosa giusta buttando le carte entro uno dei cartoni che i negozi depositano fuori dai contenitori stracolmi. Ostia, Roma, Italia di fine anno. Normale declino. Ma si apprende sempre qualcosa. Entro dal tabaccaio facendomi largo fra bici di piccoli asiatici, forse filippini. Non mi era mai capitato di vedere mamme filippine acquistare gratta e vinci o giochi così. Bene, i filippini non acquisiranno la cittadinanza italiana. Però il consumo di gratta e vinci mi appare il segno incontrovertibile di un processo di "nazionalizzazione".Più significativo di una formale frequenza scolastica nell'Italia primatista in smartphone e gioco d'azzardo, l'Italia dall'inarrestabile lento declino. . .
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