giovedì 17 ottobre 2019

Come eravamo, come siamo


Sulla Nove Daria Bignardi ha esordito con efficacia con il suo "L'assedio". Efficace e senza retorica è stato il confronto fra il nostro 1978 e questi ultimi nostri anni. Non ricordavo nulla di quell'episodio del 78. C'era quella gente in fuga dal Vietnam riunificato dopo la vittoria del Nord comunista, con battelli di fortuna (boat people). Un po' come oggi dall'Africa. In pericolo estremo come quelli di oggi nel Mediterraneo. Non ricordavo che il governo Andreotti intervenne con tre navi militari a raccogliere quella gente. Che fu portata a Venezia. Per la verità non ricordavo neanche quel che Bignardi non ha rievocato e che Moretti ci ha raccontato di recente nel suo "Santiago, Italia": oppositori di Pinochet rifugiati all'ambasciata italiana di Santiago e da lì portati in salvo in Italia. Il servizio di Bignardi era nella cornice di una intervista con Giulia Linardi, portavoce di Sea Watch. A dir poco straziante. Per un racconto accompagnato da una commozione trattenuta. Privo di invettive. Sobrio anche nella denuncia dello scarto politico e culturale avvenuto insieme agli accordi con la Libia. Da allora, con il Minniti dal volto umano, si decise di non vedere, consegnando l'orrore ai lager del partner africano. Allora si decise di credere che le Ong fossero il male, taxi del mare, e la Libia fosse, se non il bene, il meno peggio, qualcosa di simile ad un Resort per qualcuno. Giulia ha raccontato le storie di quei torturati sopravvissuti. Difficile reggere emotivamente a quel racconto. Si fa fatica a ripeterlo. Si fa fatica a ripetere il racconto della quindicenne, stuprata ripetutamente dai suoi carcerieri, che, con mezzi di fortuna, proteggeva la sua vagina lacerata, in previsione di ulteriori assalti bestiali. Ecco, abbiamo protetto le nostre coste dall'ingresso illegale di uomini e di donne come quella quindicenne e così impedito la "pacchia". Ecco, come siamo diventati. In che senso siamo la stessa nazione che nel 73 accoglieva perseguitati cileni e nel 78 profughi vietnamiti? Non lo siamo infatti. Siamo un'altra nazione. Nel servizio lo dice chiaramente una vietnamita intervista, oggi cittadina italiana, che fu una ragazza di quella gente dispersa in mare e salvata dalla Marina italiana: "No, non riconosco nell'Italia di oggi, l'Italia generosa che mi pose in salvo". Grazie a Daria Bignardi. Grazie soprattutto a Giulia Linardi che difende come può il residuo onore dell'Italia.

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