Per
la scienza ogni cosa ed ognuno sono necessariamente come sono. Atomi
ed elettroni non si muovono a loro piacere, ma come devono muoversi.
Anche per le persone è così. L'assassino e il salvatore non sono
liberi: debbono essere come sono. La storia generale e personale
della persona prescrive ciò che deve essere e sarà. Unica
differenza fra fisica e sociologia (o psicologia) è che le scienze
umane non sono esatte. Ma semplicemente perché i fatti umani sono
più complessi e soggetti a tante variabili da rendere impossibile
una compiuta descrizione e quindi una previsione della futura
evoluzione. Bene. Questo – bene o male che lo abbia descritto- è
intuitivo anche per un non scienziato. Il problema è che la persona
comune – giornalisti ed opinionisti compresi- nel giudicare i fatti
usa la sociologia ad intermittenza. Poiché la sociologia spiega e
apparentemente "giustifica" l'opinionista la userà nel
giudicare persone che vuole giustificare o assolvere. Così oggi Ugo,
il quindicenne napoletano tentato rapinatore ucciso dal giovane
carabiniere minacciato, è assolto da tanti opinionisti
(prevalentemente di sinistra, diciamo). Lui, per il contesto
ambientale in cui viveva, lui che non andava a scuola e non lavorava
non poteva che fare quello che ha fatto. E' innocente. Come innocenti
– fanno capire alcuni opinionisti- sono gli amici che per
vendicarlo hanno devastato il pronto soccorso dell'Ospedale
napoletano. Anche se hanno spintonato la madre appena uscita
distrutta dall'obitorio dove aveva dato l'ultimo saluto ad una figlia
perduta. Disgustoso. Ma innocenti anche loro. Dico chiaramente che
sono d'accordo con gli opinionisti che "comprendono" :
tutti innocenti, Ugo e i suoi vendicatori. Se poi qualcuno
obiettasse, come spesso avviene, che non tutti i quindicenni in quel
contesto fanno i rapinatori spiegherei che non esistono due
quindicenni eguali. Un ipotetico fratello gemello magari avrà
casualmente incontrato un sacerdote (o un politico) che ha
re-indirizzato la sua mente e la sua storia: fortuna che il primo non
ha avuto.
Quello
che non posso condividere è che la stessa sociologia assolutoria non
si applichi all'uccisore che, per legittima difesa o eccesso di
difesa o magari per omicidio volontario, ha sparato. Anche lui è di
Napoli. Soprattutto anche lui è stato spinto (determinato) da
qualcosa. Se non la legittima difesa , nell'ipotesi peggiore, la
paura e la rabbia che potrebbero indurre a sparare al rapinatore che
fugge. Innocente anche lui quindi: sociologicamente e
psicologicamente. Giuridicamente no. Se ritenuto colpevole di eccesso
di difesa o di omicidio volontario, correttamente pagherà. Siamo
schizofrenici se sociologicamente spieghiamo e "assolviamo"
e in tribunale condanniamo? No. Perché la "finzione"
della responsabilità personale è indispensabile a contenere gli
atti contro la convivenza. E' parte dell'educazione e della
prevenzione. Caso mai capisco poco l'istituto giuridico delle
"attenuanti". Logicamente (filosoficamente) ha senso
dichiarare innocenti (sociologicamente) tutti o colpevoli
(giuridicamente) egualmente tutti gli autori dello stesso reato.
Nel
terzo livello c'è la politica. Essa è chiamata a cambiare i
contesti che producono miseria materiale e culturale ed assassini.
Oppure a decidere di non cambiarli per non nucere ad altri (ai
privilegiati, agli stessi governanti). Ecco, la responsabilità
finale è politica. Anche se pure qui potremmo assolvere tutti.
Potremmo usare vari argomenti totalmente deresponsabilizzanti: 1. Noi
abbiamo scelto quei politici. 2. Quei politici sarebbero annichiliti
se andassero contro la corrente. 3. Etc., etc.
Ma
infine è indispensabile che anche in politica si affermi il
principio (l'utile finzione) della responsabilità personale (senza
vincolo di mandato alcuno). Perciò, fiero di distinguere i piani,
in conclusione assolvo tutti e condanno tutti, a partire dai
politici, veri uccisori in ultima istanza di Ugo e distruttori
della vita del giovane carabiniere.
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