Inaccettabile che il copione si ripeta troppo eguale a se stesso
e nulla si faccia. Maschio sofferente perché minacciato di abbandono, uccide
compagna e figli (e talvolta anche il cane) e poi si uccide. Davvero non si può
fare nulla contro la strage? E' uno di quei casi in cui alzare l'asticella della pena appare
ridicolo anche agli sfegatati forcaioli.
Quale punizione per gli assassini/suicidi? Di più si può fare prevenendo e informando le
vittime potenziali sui centri di aiuto. Lo si fa poco. Qualcuno ha mai fatto un sondaggio per
accertare quante donne sanno? Perché non
sostituire i cartelloni che pubblicizzano calze e giubbotto con altri che
segnalino i servizi disponibili? Conchita
De Gregorio oggi su Repubblica dice che l'unico rimedio è l'educazione. Ovvio,
troppo ovvio. Ma educazione a cosa? Al mitico “rispetto”? Non credo.
Non saprei davvero come insegnare il rispetto. Invece insegnerei
più facilmente ad aver cura di sé – donne e uomini- e a non investire tutto in
una sola persona ovvero nella coppia. Insegnare piuttosto ad investire in
plurime relazioni, di amicizia, di lavoro, di politica, di cultura ed anche erotiche. Anche con città,
condomini e cortili diversamente disegnati. E senza possesso alcuno, senza
rischi fallimentari di abbandono. Un grande programma certamente: non si
esaurisce in una legislatura. E c’è da vincere quell’Italia familista e spesso
complice degli assassini, quella che si scandalizza, magari con buone
ragioni, per Bibbiano, ma mai si
scandalizza per la famiglia criminogena. Lì, nella sacra famiglia, si consumano
crimini ignoti contro i più deboli, le
donne e i bambini. Sapremo solo dei morti. Nulla sappiamo dei tanto più
numerosi asintomatici. Degli sterminati serbatoi di dolori che non si
raccontano.
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