Su Marte abbiamo studiato i tormenti terrestri riguardo la civiltà da costruire. Vi spiavamo e non comprendevamo la vostra cultura. Man mano abbiamo compreso. Voi non credete nell’eguaglianza delle persone. Dite di crederci, ma poi dimostrate il contrario. Pensate di dire cose sagge, parlando di pari opportunità. Che non significa nulla giacché le opportunità sono pari solo se diventano pari potere, pari felicità. La potenza è potenza solo se poi diventa atto, per usare il linguaggio di un vostro filosofo (Aristotele). Oppure il diritto è diritto se diventa effettivo, per usare il linguaggio della Costituzione (art.3 e art. 4) di un vostro Paese chiamato Italia.
Siete divisi fra liberisti e statalisti. I liberisti, quasi sempre vincenti, ritengono che un uomo può diventare padrone di fabbriche, terre, media e web e comprare il lavoro di altri. Nei sistemi liberisti (o capitalisti) i proprietari non sempre assumono i più capaci. Sono legati a favori reciproci e interni alla società. Perciò spesso assumano i raccomandati. Quindi il mercato non è mai razionale: non avviene spesso che i compiti siano svolti dai più competenti. Per fare efficace il mercato del lavoro i liberisti consentono il licenziamento di impiegati inutili che poi non sanno trasferire in compiti utili. Lo spreco di risorse umane è una costante.
Avete pure gli statalisti-socialisti. Se sono all’opposizione i socialisti terrestri si limitano a fare dispetti al mercato e, non sapendo rovesciarlo, fanno pasticci. Ad esempio bloccano i licenziamenti fino a far fallire le imprese. Oppure non sapendo trovare, proporre o imporre alternative di impiego per i lavoratori, mettono una toppa qua e là, sicché nella Terra avete imprese inquinanti che più che ricchezza producono malattia e morte. Ci si accontenta e si grida alla vittoria se si riducono un po’ emissioni nocive e morti. Non si trova soluzione.
Il vostro Socialismo, quando credete di averlo realizzato, è una Società bloccata dove nessuno ha interesse ad eccellere cioè a dare di più. E spesso è dispotica. Nel senso che proibisce e punisce il dispiegarsi di desideri socialmente distruttivi che non sa prevenire o riorientare.
Nella nostra società socialista marziana tutto è pubblico. Ma lo è davvero. La felicità di ognuno è un problema di tutti. Il lavoro? Ognuno fa fra i lavori che può fare quello che più è utile agli altri. Se quel lavoro smette di essere utile passa ad altro lavoro che può fare ed è più utile. Ognuno può smettere di lavorare quando vuole. Non c’è bisogno di alcuna quota 100. Semplicemente si avrà una pensione proporzionata agli anni di lavoro. Anche su Marte sono in vigore incentivi: per la qualità e per la quantità del lavoro svolto. Chi guadagna di più guadagna il doppio di chi guadagna meno di tutti. Il doppio: non mille volte o un milione di volte di più. Tanto basta. Noi coltiviamo la felicità. E voi?
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