Nella foto che abbiamo di lei Valeria ha la bellezza quieta di un borgo italiano, costruito col lavoro lungo di tanti. Una bellezza etico-estetica che non si forma nell'artificio delle palestre e dei visagisti: lo specchio di una raggiunta armonia di pensieri. Molte sono come lei certamente, ricercatrici, volontarie. Che scopriamo sempre tardi, come se solo la morte potesse rendere visibili i giovani talenti italiani aperti al mondo e ancora fiduciosi. Malgrado tutto. Malgrado il livore di quelli che irridono all'impegno perché è intollerabile per loro credere che si possa essere migliori. Ora il lutto doveroso e sentito. Sarebbe bello che a genitori straordinari che in parte spiegano la bellezza di Valeria si potesse offrire qualcosa di più di una borsa di studio alla sua memoria. Molto di più. Una conversione degli animi che ci faccia recuperare la bellezza e l'intelligenza della gioventù d'Italia. La laicità “aperta” dei genitori di Valeria acconsente a che nel funerale laico ognuno partecipi con il suo credo . “Anche un Iman, se vuole, dica qualcosa”, dice il padre. Condividendo quella laicità, antidoto alla follia del tempo presente, lascio fra i miei personalissimi crucci il pensiero che nulla Valeria possa ora sapere del tributo che l'Italia le rivolge.
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