lunedì 16 ottobre 2017

Chi è il mio prossimo


Molti amici e compagni stanno commentando la strage di Mogadiscio sottolineando l'evidenza. I media danno alla strage uno spazio assai minore rispetto alle stragi che in questi anni il terrorismo ha inflitto all'Europa. Non so se sia giusto contare i morti. I "nostri" sono meno numerosi. Non attribuirei peraltro solo ai media la responsabilità della sottovalutazione delle stragi lontane da noi. Credo infatti che sia inevitabile considerare "prossimo" il più vicino. A parte i familiari, chi veste come noi, prega come noi, mangia un po' come noi e a scuola studia una Storia simile alla nostra, insomma quelli in cui più facilmente vediamo noi stessi. Perché in definitiva quando piangiamo l'altro piangiamo noi stessi. Insomma proporrei maggiore indulgenza o una assoluzione provvisoria. Educandoci intanto pian piano a vedere noi stessi anche nei corpi smembrati di Mogadiscio. E soprattutto decidendo che siamo pronti a pagare il prezzo per salvare il prossimo lontano di cui nulla sapevamo nel nostro tempo felice perché ignorante.

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