Premetto che sono fra i molti italiani ammirati per il talento di Totò. Come attore e anche come autore di Malafemmina (per la melodia, non per il testo). Però oggi penso a lui come autore di una poesia che mi ha sempre “disturbato”. Come autore di 'A livella. Ci penso per certi umori acidi che navigano nel web e nella società per la scomparsa di un grande manager. Penso che 'A livella rappresenti bene il populismo acido e impotente che ci penetra nell'anima. Sapete la storia. Un tale assiste al cimitero ad un contenzioso fra un defunto nobile e un defunto plebeo. L'epilogo ricorda al privilegiato che la morte ci fa eguali. E' un epilogo stizzito e consolatorio. Non fa i conti con l'ingiustizia sociale. La registra e la usa per una rivincita egualitaria nel segno della morte che tutto livella. Ecco, credo che quello sfogo stizzito e consolatorio rappresenti bene oggi l'impotenza plebea che ha sostituito i progetti di eguaglianza qui ed ora, su questa Terra, non sottoterra. In un Paese e in un mondo rassegnati a risarcirsi solo con l'odio. Guardo in altra direzione.
giovedì 26 luglio 2018
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