lunedì 2 luglio 2018

La polo da 2 euro e 50


Compro quasi sempre capi di vestiario non firmati e quindi di poco costo. Anche per un'antica esperienza nel settore. Ricordo bene che già 40 anni fa gli stessi jeans, con l'etichetta di successo raddoppiavano almeno il prezzo di vendita. Oggi peraltro il prezzo - lo vedete - della merce non griffata e di quella contraffatta è più basso che mai. Ieri però ero sbalordito per una polo proposta a 2 euro e 50. Era davvero di puro cotone e di buona fattura. Non l'ho comprata perché non c'era la mia taglia. Ma ho pensato che solo un costo del lavoro irrisorio può spiegare quel prezzo. La maglietta apparentemente veniva da Dusseldorf. Ma forse lì era solo etichettata. In Bangladesh forse il luogo di produzione reale, con lavoro minorile, probabilmente. E poi costi di distribuzione ridotti all'osso, con l'uso di lavoro giovanile, quello dei nostri bravi ragazzi con lauree inutili. Avevo appena saputo di un lontano parente giovane contento di aver trovato lavoro in un negozio a 700 euro mensili per 12 ore al giorno per 7 giorni. Direi che i costi maggiori per un negozio oggi sono rappresentati dal costo dei locali e dall'inevitabile pizzo. Una economia malsana che premia i distributori delle griffe e le mafie, mentre mortifica il lavoro vero. E però consente ad un modesto pensionato di comprare polo a 2 euro e 50. Un mondo che non mi piace, difficile da raddrizzare.

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