giovedì 19 luglio 2018

Vacanza nell'Europa grigio-nera, austera e musona


Breve vacanza nelle antiche capitali austroungariche. Vienna dai bei palazzi imperiali, Budapest disegnata e illuminata da un grande scenografo. Vienna ordinata e pulita. Budapest quasi. Per chi vive a Roma ogni capitale appare ordinata, pulita e sicura. Se però si è reduce da un viaggio a Cuba sia Vienna che Budapest appaiono fredde e musone. Anzi Budapest appare spesso addirittura scostante. Come se i turisti infastidissero. E' capitato più volte che chiedendo qualcosa (in inglese) la risposta fosse “I don't know”. Anche quando l'interrogato aveva la risposta vicinissima a lui (un ponte, un bar, etc.). Non subisco uno stereotipo annotando che solo un parlante neolatino, un cameriere argentino, ha messo a proprio agio me e chi era con me, con disponibilità vera nell'informare su cibi e su altro. Accettabili i prezzi. Un po' più alti che a Roma a Vienna, un po' più bassi a Budapest. Discreto il cibo, con una punta di eccellenza per il gulash gustato in una normale trattoria viennese. Non memorabile invece la torta Sacher assaporata nel caffè omonimo: un prezzo pagato al marketing del turismo. Vienna più ricca e più sobria. Con una guardia minima all'ingresso della sede del governo e a quella della Presidenza della Repubblica. Dicono che nella capitale austriaca ci siano solo 2 (due) auto blu. Cosa che produrrebbe una mistica ebbrezza ad un grillino. Nella residenza imperiale a Vienna la principessa Sissi la fa da padrona. Un mito equivalente a quello del Che a Cuba: mutatis mutandis e chiedendo scusa al Che.
Vienna si apprezza nei particolari. Budapest nell'insieme scenograficamente impareggiabile. Vienna arricchita dal drenaggio imperiale. Budapest – mi sembra – soprattutto da quel Danubio, dritto dritto, che divide Buda, con la collina e il castello, da Pest. Con l'interminabile viale che costeggia il fiume e che è un paradiso dei ciclisti. A Vienna ho visitato soprattutto i palazzi dell'antico potere: la reggia, la residenza estiva, il Belvedere che fu la residenza del privato più ricco dell'impero, Eugenio di Savoia, eroe della guerra contro gli ottomani. A Budapest sono ricche ed eleganti le terme (con barocco e liberty), mentre il palazzo del Parlamento è sfarzoso eppure collocato in un ampio spazio “democratico” in cui cittadini e turisti sostano. Lì, vicino all'ingresso, c'è il memoriale della rivolta del 56 e lì presso, sul Danubio, c'è lo sconvolgente memoriale dell'eccidio compiuto nel 45 dai volenterosi collaboratori magiari dei nazisti: scarpe scolpite di ebrei, uomini, donne e bambini che furono buttati lì nel fiume. Suggestiva a Budapest la Sinagoga più grande d'Europa, con annesso cimitero e albero della vita dedicato alle vittime dell'olocausto.
A Vienna ho visitato la straordinaria realizzazione dell'83 di case popolari che sono diventare punto di riferimento della città innovativa. Condomini con appartamenti minuti e personalizzati nei colori sgargianti e nei particolari. E con ampi spazi comuni. A Budapest, pur efficiente nei trasporti e pulita, l'impatto è stato da incubo. Arrivando in treno da Vienna si è accolti da una stazione in cui si intravvedono i segni dell'antico splendore imperiale, ma che oggi appare fatiscente, sporca e abbandonata al degrado. Per inciso, con le toilette impraticabili gestite da una signora che incassava il prezzo del servizio in una piega della benda che le fasciava il braccio ferito. Così è. Di un viaggio si ricorda l'eccezionale, il bello e il brutto eccezionale.




Nessun commento:

Posta un commento