Per la prima volta nella mia vita forse non voterò. Oggi, anzi, mi sembra certo che non voterò alle amministrative di Roma. Pensavo di votare Fassina. Di lui mi piace qualcosa come persona e qualcosa come programma. Al ballottaggio eventuale fra Giachetti e Raggi probabilmente non avrei votato. Giachetti no, per quanto lo stimi abbastanza per l'impegno e l'autonomia di giudizio. Ma oggi votarlo indirettamente è votare Renzi. Neanche Raggi mi dispiace troppo. Ma votarla è votare l'opacità della pseudodemocrazia M5S, cioè votare Grillo e addirittura Casaleggio jr. Non posso. Venuto meno (tranne miracolo) Fassina, temo che altri mi seguiranno nell'astensione. Questo mi preoccupa. Oggi anche chi crede nella politica troppo spesso si sente non rappresentato. Il decisionismo, peraltro inconcludente, sta producendo un deserto. Forse gioverebbe un manifesto degli astensionisti.
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