lunedì 20 agosto 2018

Fra cittadini disorientati e Stato assente


A malincuore lascio la mia comoda poltrona davanti la Tv perché a mia moglie è venuta voglia di gelato (come spesso). Che noia sostituire scarpe a pantofole!. Per fortuna il gelataio è vicino. Non vedo l'ora di tornare al dolce far niente assoluto. Appena a pochi passi da casa però una conoscente ci ferma. E' allarmata. Ci mostra qualcosa sulla panca più in là. Sembra un fagotto, ma è una ragazza. E lì riversa. Dorme? E' ubriaca? E' "fatta" di qualcosa? Accanto ha un seggiolino pieno di cose avvolte in stracci. La preoccupazione, più che per la sua salute, è che qualcuno, nel deserto della via, le porti tutto. Peggio ancora, che le faccia violenza. Che fare? Chiamiamo la polizia che eventualmente attivi i servizi sociali? La conoscente dice sì e se ne va. Io dico sì e chiedo a mia moglie di chiamare il 113. Un po' perché io non ho il cellulare, ma soprattutto perché penso che una voce femminile sia più affidabile. A meno che in qualche modo anch'io in tal modo non mi voglia defilare, mi dico nel mio solito esercizio di autoanalisi sospettosa sulle reali intenzioni degli uomini (e delle mie). La persona a me più vicina ha invece un senso del dovere civico più netto del mio ovvero senza alibi problematici. La stimo anche per questo.
Telefonata. Generalità. Descrizione del caso. Indirizzo. Spiegazioni. Mi assale il sospetto che stia per succedere quello che spesso si dice quando capita di denunciare qualcosa. Magari finiremo la serata in commissariato invece che dal gelataio. No, va bene. Arriva una macchina con due carabinieri. Ci presentiamo. Possiamo andare? Sì. Vediamo che scuotono la ragazza e le parlano. Andiamo per il gelato. Dopo 5 minuti, torniamo e la ragazza è seduta, sveglia, su un'altra panca. Ci guarda con sguardo torvo o diffidente. Sa che siamo colpevoli del suo brusco risveglio? Non dovrebbe saperlo. Dormiva. Riflessioni. I carabinieri le avranno chiesto se vuole un posto per dormire? Contatteranno la Caritas? La ragazza resta lì esposta ad ogni balordo. Mi chiedo perché nella scuola che non c'è non ci insegnino cosa fare in circostanze simili. Mi chiedo perché i muri della città debbano essere pieni di pubblicità insulsa e non di manifesti che ci diano indirizzi e ci suggeriscano comportamenti utili Insomma, la butto in politica, nella mia testa. Come spesso mi succede.

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