Il premio Fields per la matematica al "nostro" Alessio Figalli (insieme ad altri tre, invero) mi procura gioia ed amarezza. Come a molti, penso. Gioia per il riconoscimento ad un talento italiano di soli 34 anni e professore ordinario a soli 27 anni. Ordinario non Italia. Naturalmente. Fosse rimasto In Italia - gli fosse andata bene - sarebbe un ricercatore precario o al più un abilitato come professore associato (ad essere molto ottimisti). E' qui l'amarezza. Per un Paese che non riconosce i suoi talenti. Che li spreca. Che al talento preferisce la fedeltà clientelare e il baronaggio. Amarezza per un Paese che continua ad arrabbiarsi e dividersi su piccole cose. Per un Paese vittima dei grandi distrattori. Per un Paese che farebbe spallucce a questo post sconsolato. Se mai lo leggesse. Intanto, come nella Marina borbonica, il governo fa ammuina: un passo avanti, uno indietro, uno a destra, uno a sinistra. Movimento senza direzione. Nessun passo avanti verso l'indispensabile connubio di merito ed eguaglianza. Sostanziale rassegnazione al mondo come è.
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