Da dieci anni lontano dalla terra in cui ho vissuto il più della mia vita, guardo spesso alla mia Sicilia con curiosità e stupore. Come se la scoprissi adesso. E con sentimenti contrastanti. L'ammirazione per l'invenzione deliziosa di quei volontari catanesi che regalano ai 177 ostaggi della motonave Diciotti 177 arancini, una delle più gustose invenzioni siciliane. Gustose come la commedia di Teocrito. Ho pensato a lui leggendo che i tifosi di Siracusa, la città in cui sono nato, hanno imitato pedissequamente, senza un briciolo di fantasia i tifosi della Lazio. Così hanno chiesto alle tifose organizzate nel gruppo delle Aretusee di farsi più giù nelle gradinate per dare spazio al tifo maschile. Le Aretusee, se ho ben capito, hanno espresso dissenso, però si sono sciolte. Ecco, pensavo a Teocrito che nelle "Siracusane" descriveva le mie antiche concittadine come donne fiere fino all'arroganza. "Siracusane siamo" gridavano, turiste nella città di Alessandria d'Egitto, a chi le contestava - se ben ricordo - per comportamenti discutibili. Orgoglio municipalistico e femminile allora. Ora tutt'altro. In compenso grazie ancora ai cugini e alle cugine catanesi.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento