Prima del confronto Crozza era stato efficacissimo nella parodia di Zagrebelsky, dall'eloquio difficile e smozzicato. Ottimo poi il confronto sulla 7, moderato da Mentana, con Luciano Violante e Tomaso Montanari, rispettivamente in difesa delle ragioni del Sì e del No. Per una volta assenza di sovrapposizioni, assenza di smorfiette per dire "che cavolo dici"? Massima chiarezza possibile. Di Violante, a suo agio nella materia che gli è propria, non ricordo bene che cosa non mi piace. Di Montanari che conoscevo per scritti ed interventi nella sua materia - storia dell'arte- mi ha sorpreso la competenza costituzionale e politica. Ho appreso anche qualcosa che non sapevo. Ad esempio che al titolo incredibile della riforma e del quesito referendario in sede parlamentare era stato proposto emendamento da M5S. Resta stranissimo comunque il silenzio fino a ieri sul tema. Nel dibattito si sono altresì ben chiarite le ottime e incontestabili ragioni per cui il quesito avrebbe dovuto essere spacchettato. Si sarebbe così consentito anche a me di votare Sì a pezzettini della riforma (quelli minori, in verità, come l'abolizione del Cnel). Poi da Montanari la critica all'enfasi sui risparmi risibili (1 caffè per cittadino) e soprattutto alla filosofia centralistica della riforma che imbavaglia i cittadini nei loro territori.P.S. Raccomando alla sinistra che verrà di non perdere di vista Tommaso Montanari.
sabato 15 ottobre 2016
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento