mercoledì 7 marzo 2018

Scalfari e Di Maio, agente dello spirito della sinistra


Ho sempre letto e seguito Scalfari. Spesso ha avuto intuizioni in anticipo. Come quando, anni fa, predisse gli inevitabili dolori della globalizzazione con i suoi effetti di osmosi fra Sud e Nord, Oriente ed Occidente, emarginati e benestanti. Da qualche tempo però notavo con tristezza i segni vistosi dell'invecchiamento, nella vanità, negli argomenti e anche nella sintassi. Ieri da Floris però mi è piaciuto. Per l'infantile o senile infischiarsene della coerenza. Apparentemente. Settimane fa aveva stupito col suo preferire Berlusconi a Di Maio. Che significava preferire il rischio minore. Oggi stupisce preferendo Di Maio a Salvini.
Dice: " Facendo un'alleanza con il Pd non è che ci sono due partiti, diventa un unico partito, Di Maio è il grande partito della sinistra moderna. Allora la faccenda cambia, se lui diventa la sinistra italiana voterò per questo partito". Se, aggiunge, "questo partito (quello che nascerebbe dall'alleanza Pd-M5S, ndr) diventa un partito di maggioranza assoluta, Mattarella ha un governo che ha la maggioranza assoluta. Renzi ha detto no, ma Di Maio non parla di alleanza con Renzi ma di alleanza con il Partito Democratico".
Interpreto e consento in questo senso: La sinistra non ha un luogo (come non lo ha la destra). I valori della sinistra sono aeriformi e si spostano qua e là. Anche se alcuni provano a conservare o conservano in bottiglia (in partito) quell'aria (quello spirito). Ora, con la svolta di Di Maio, la sinistra può essere ospitata nel populismo 5Stelle e può trasformare quel populismo. Il "piccolo" Di Maio agente dello spirito della sinistra come Napoleone che Hegel vide a cavallo a Jena, agente dello Spirito del Mondo.

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