venerdì 12 aprile 2019

Cronaca di un mattino di sole fra egiziani e romeni


Gli egiziani fanno parte del tessuto produttivo e sociale di Ostia, come pizzaioli, gelatai e con un quasi monopolio dei negozi di frutta e verdura acquisito non so come. Ho già raccontato che la persona a me più vicina sembra subire un lutto ogniqualvolta chiude un negozio ad Ostia. Ora una coppia egiziana ha chiuso la sua gelateria. La persona a me più vicina, espertissima di gelati, incontra la moglie e inevitabilmente le comunica il rammarico per quei suoi ottimi gelati perduti. La donna spiega che ha chiuso per l'affitto troppo alto e soprattutto per i romeni, chiassosi bevitori di birra, accampati nei bar lì vicini, che in qualche modo deprimono il contesto. Cercherà col marito un posto diverso, meno caro e lontano dai romeni. Poi saluta mia moglie con un romanesco "ciao, bella". Gli extracomunitari egiziani vorrebbero l'espulsione dei comunitari romeni? Razzismo? No, semplicemente conflitto fra integrati e non integrati. Integrati, come la coppia di giovani romeni che incontriamo nel bar in piazza, sotto un piacevole sole, seduti accanto a noi. Lui che mi chiede con garbo se può prendere il posacenere, lei con un velo sulla testa senza capelli evidentemente da chemioterapia in corso. Lui innamorato e protettivo, lei triste, molto triste. E mia moglie che la scruta ed io che capisco cosa ha in mente. "Vorresti consolarla? Rassicurarla"? "Sì". Forse sbaglio a dissuaderla. "Potrebbe pensare ad un eccesso di confidenza. Potrebbe pensare che il suo male è visibile e rammaricarsene". Andiamo via. Sono pressocchè sicuro che se fosse stata senza il troppo problematico marito la persona a me più vicina avrebbe preferito di essere invadente.

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