domenica 30 novembre 2014
Art. 18 e bene comune
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domenica 23 novembre 2014
Scalfari, Renzi e Francesco
domenica 16 novembre 2014
Andiamo a quel paese. In che senso?
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sabato 15 novembre 2014
Leopardi o Napoli secondo Martone
venerdì 14 novembre 2014
Il patriottismo dei maschi di Tor Sapienza
giovedì 13 novembre 2014
Se l'emergenza ci fa incontrare la ragione
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domenica 9 novembre 2014
La guerra delle precedenze
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martedì 4 novembre 2014
Fabrizio Barca ad Ostia
Ieri sera, presso il circolo PD di Ostia Centro, incontro con Fabrizio Barca sul tema "Il destino dei partiti in Italia. Pubblico giovane e pubblico anziano (poco presenti 40-50enni). Pubblico sostanzialmene convergente con le tesi di Barca. In sintesi. Il Partito Democratico in Italia è l'ultimo che somigli a un partito. Con alcuni però. Critico Barca verso il partito americano immaginato da Veltroni. In Usa le frequenti elezioni anche per cariche “minori”, non elettive in Italia, danno consistenza al partito e alla sua militanza. In Italia il partito leggero rischia di evaporare del tutto in un comitato elettorale a sostegno del leader. Già ora in Europa i partiti hanno consistenza diversa rispetto all'Italia della seconda Repubblica. Critica netta allo statuto del PD che associa segretario e premier. Il partito deve essere il luogo di sintesi ed elaborazione anche di ciò che promana dai movimenti e del tutto distante dalle istituzioni di governo. Barca cerca di non apparire “contro”. Mette insieme il partito “inclusivo” di Renzi, quello “accogliente” di Civati e il suo che chiama “sperimentale”. Cioè attento al monitoraggio degli esiti delle proprie azioni e pronto a revisioni entro una certa cornice di valori. Che pare dissiparsi, credo voglia dire Barca. Critica netta anche riguardo la Direzione pletorica – 150 membri – impossibilitata a decidere alcunché. Abilitata solo a “mettere il bollo” su quanto deciso dal segretario. Servirebbe invece una vera Direzione, non di monologanti ma di decidenti attorno ad un tavolo di lavoro. E' il persistente appello ad un partito come intelligenza collettiva. Che non ha bisogno di “saggi”, ma della intelligenza diffusa nei territori. Unico momento in cui Barca alza la voce, rivendicando il diritto di alzarla, è nella critica palese all'ultimo discorso del segretario-premier presso Confindustria Brescia. Non tanto nel merito dell'attacco al sindacato giacché Barca ritiene che il sindacato vada profondamente rinnovato. Quanto nel fatto stesso che un tale attacco venga formulato in casa di chi non può che consentire. Troppo facile così, sembra dire Barca. Renzi formuli le sue critiche al Sindacato in casa del Sindacato. Ed eventualmente (ma questo è un mio malizioso avverbio) a Confindustria in casa di Confindustria.
domenica 2 novembre 2014
Sul trenino di Ostia
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