Voglio solo capire e vorrei vivere accanto a persone che
vogliono capire. Del tifo faccio a meno. Ad esempio vorrei capire quale
rapporto esista fra esito referendario e indicatori economici (spread, indici
di borsa, etc.). A differenza di molti amici che come me voteranno No, io penso che qualche rapporto debba pur esserci. Sarebbe strano il
contrario. Una qualche minima correlazione ci sarà pure fra il volo di una
farfalla nella foresta amazzonica e il nostro benedetto referendum. I miei amici invece oscillano fra il disconoscimento
del nesso e gli improperi al famoso capitalismo finanziario che punirebbe l’esito
NO. Gli avversari del Sì, al contrario, lo agitano. Però senza esagerare, perché l’alleanza implicita fra Sì e finanza
suonerebbe male nell’era anticasta, antibanche, antitutto. Io mi chiedo semplicemente: “Perché mai la
finanza in caso di vittoria del No dovrebbe attribuirci un rating in
peggioramento, in peggioramento rispetto allo stato attuale delle cose in cui
la riforma non c’è?”. Capirei meglio se il rating sull’Italia in un immaginario
futuro peggiorasse nel passaggio da un
Paese riformato (secondo il modello renziano) ed una vincente controriforma. Non
capisco un default conseguente ad un restare come prima. Capisco al più una punizione dei mercati dovuta all’incertezza.
Che allora stiamo già “scontando” nella
logica della speculazione. E la stiamo scontando a causa di chi l’incertezza ha
procurato. O no? Insomma, al più posso prevedere che l’esito No porti all’incasso
la scommessa speculativa. Ma credo che poi l’economia reale dovrebbe avere la
prevalenza. E magari un’ Italia che respinge il cosiddetto ”ricatto” , che se
ne infischia, che non chiede più flessibilità (cioè deficit, cioè interessi, cioè “pizzo” sulle generazioni future) , ma
riduce il debito con belle tasse progressive e azzeramento dei privilegi (assai
più numerosi dei 200 o 300 titolari delle famose poltrone) e prende il gusto
del merito, dell’eguaglianza, del recupero delle sue risorse umane sprecate,
sarebbe un’Italia che porterebbe pian piano a zero il suo spread con la
Germania. Sbaglio? Mi appello agli economisti.
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