Ad Otto e mezzo D'Alema risponde alle solite insinuazioni.Non sarà diventato un fiero antagonista di Renzi e della sua riforma per mero dispetto? Forse perché Renzi gli rifiutò un ministero o altro incarico prestigioso? Interessante. Magari si potrebbe chiedere viceversa agli amici e fan di Renzi se per caso non stiano con lui perché ebbero da lui un dono insperato: un ministero cui mai avrebbero osato aspirare. Non sapremo mai la verità né riguardo D'Alema, né riguardo Franceschini, Finocchiaro, Madia o altri. Ma poi arriva la constatazione di Gruber, con la collaborazione di Severgnini, giornalista, , educato militante del Sì. "Letta però ha detto che voterà sì, malgrado i torti subiti, ricorda Gruber". E Severgnini le fa da spalla: "una lezione di stile, quella di Letta", dice con un sorriso, sapendo di provocare. Si dà. il caso che io ritenga probabilissimo il No di D'Alema per dispetto e rivalsa. Ritengo egualmente che il Sì di Letta non sia dettato da una valutazione meramente di merito. Sento il suo Sì e la sua lezione di stile una replica più sofisticata e "cattiva" allo staisereno di Renzi e al brusco congedo. Ma è sempre così. C'è sempre una ragione personale, consapevole o inconsapevole, in ogni scelta politica. Perché le idee, tutte le idee, di cambiamento, di conservazione, di libertà, di giustizia, camminano sulle gambe degli uomini e sono metabolizzate nelle loro pance piene di umori. Ma se è così perché mescolare storie di pance ad idee? Scegliamo una bussola e manteniamo la rotta: oggi si parla di idee, domani si parla di pance. Furbesco e antipatico mescolare a convenienza pance ed idee. Ma lo fanno quasi tutti, giornalisti e politici.Preferisco quelli che non lo fanno.
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