Premesso che non mi ha fatto cambiare idea e voterò NO, per me Napolitano ieri è stato il più convincente sponsor della riforma. So che è antipaticissimo agli amici di sinistra. A me lo è solo qualche volta. E continuo tranquillamente i miei esercizi di auto-educazione al pensare non fazioso. Anche a rischio di valutare positivamente pensieri critici verso 5stelle dell'impresentabile De Luca, come mi è capitato sfortunatamente alla vigilia della sua orrenda performance contro la Presidente dell'antimafia. Ieri ho visto un Napolitano sincero e sereno. Che portava benissimo i suoi 90 anni, assai più del coetaneo Scalfari e anche di De Mita e del "giovane" Zagrebelsky. Lucida e puntuale la sua difesa della riforma. Soprattutto perché la ha liberata dalla stucchevole e volgare narrazione renziana. Ha liquidato infatti nettamente la futilità populistica dell'argomento della riduzione dei costi della politica, delle "poltrone"e sciocchezzuole simili. Argomento centrale per lui sopprimere i rischi delle incompatibili maggioranze fra Camera e Senato, oltre al riordino di competenze centrali e periferiche (Stato e Regioni). Come se leggesse nel mio pensiero ha osservato che anche l'abolizione del Senato sarebbe stata una risposta adeguata. E tranquillamente ha preso atto che pure su questo sono in campo opinioni opposte di costituzionalisti dei due fronti. Ha cercato quindi di liberare la riforma dal devastante protagonismo renziano. Bravo. Se non mi ha fatto cambiare idea lui ieri nessuno potrà farmi cambiare idea domani.
martedì 22 novembre 2016
Napolitano da Vespa: la riforma oltre Renzi
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