Sento oggi un'Italia depressa: il clima, l'incertezza totale, la nazionale di calcio. Soprattutto quest'ultima, oggi. Tifosi (almeno metà degli italiani, poveri, ricchi e così così) uniti nello stesso lutto. Partecipo al lutto che non è mio. Non è mio giacché con gli anni sono diventato sempre meno tifoso. Fino allo 0 attuale. Pero come molti, più o meno consapevoli, sento la catastrofe calcistica come segno del generale declino. Il Paese per il quale debbo necessariamente tifare perché in larga misura dal suo benessere dipende il mio benessere e quello delle persone che mi sono care, sembra scivolare in basso. Nella crescita: ultimi in Europa. Ultimi o giù di lì nella povertà, nel numero di chi non ha un tetto sulla testa, nell'indice che misura la distanza fra più ricchi e più poveri, nel tasso di abbandono scolastico, nel tasso di laureati, nel tasso di chi non studia e non lavora, nella percentuale di giovani che lascia il Paese, cercando futuro ove le competenze valgono più delle reti amicali costruite col calcetto. Si può dire che il calcio rappresentasse da tempo una relativa anomalia con i suoi successi pur declinanti. Finisce anche quella anomalia. Non più campioni, ma gente che insulta Anna Frank negli spalti della serie A. E giocatorini di seconda divisione che insultano la memoria dei martiri di Marzabotto. Indietro tutta, insomma.
Ma non voglio contribuire alla depressione generale. Cerco di concludere con una nota positiva. Cerco di apprezzare l'ottimismo di Paolo Gentiloni. Lui che mostra (o simula) soddisfazione perché nell'alta marea che tutte le economie solleva, anche il Pil dell'Italia cresce. Lo dice senza dire "io" e senza esibire grandi meriti personali. Ottimismo della volontà. diciamo. Forse servirebbe a qualcosa, insieme ad una capacità di diagnosi e voglia di discontinuità che invece non vedo. La mia nota positiva è un'altra. Affidata al Caso che largamente ci governa. L'attesa che qualcuno e qualcosa ci metta quasi tutti insieme con sguardi limpidi e passione di riscossa. Immaginando che la vecchia talpa stia scavando a nostra insaputa.
Ma non voglio contribuire alla depressione generale. Cerco di concludere con una nota positiva. Cerco di apprezzare l'ottimismo di Paolo Gentiloni. Lui che mostra (o simula) soddisfazione perché nell'alta marea che tutte le economie solleva, anche il Pil dell'Italia cresce. Lo dice senza dire "io" e senza esibire grandi meriti personali. Ottimismo della volontà. diciamo. Forse servirebbe a qualcosa, insieme ad una capacità di diagnosi e voglia di discontinuità che invece non vedo. La mia nota positiva è un'altra. Affidata al Caso che largamente ci governa. L'attesa che qualcuno e qualcosa ci metta quasi tutti insieme con sguardi limpidi e passione di riscossa. Immaginando che la vecchia talpa stia scavando a nostra insaputa.
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